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lunedì 15 Dicembre 2025,

Franco Fiabane e gli alpini, un rapporto con radici lontane

Nella foto: Franco Fiabane, Bronzetto tratto dagli Alpini del ponte sull'Ardo a Belluno, bronzo, post 1972, collezione Fiabane.

Nella grande mostra dedicata a Franco Fiabane, allestita al Museo Civico di Palazzo Fulcis a Belluno, sono esposte due opere a tema alpino nella sezione dedicata al territorio (monumenti civili): Alpino in resina di Berto Fiabane, padre dello scultore (collezione Vio), e il bronzetto tratto dagli Alpini del Ponte sull’Ardo di Belluno (collezione Fiabane).

Fiabane è profondamente legato al mondo degli Alpini: un’affinità che trova espressione in molte sue opere lungo la sua carriera. In un’intervista, alla domanda sul perché avesse scelto di far parte di «questa famiglia alpina», rispose: «Mi ha spinto l’amore per la montagna, per lo spirito di corpo, per gli amici veri. Mi piace perché mi trovo tra fratelli che posso guardare in faccia, non sono ambigui».

Il rapporto di Franco Fiabane con il mondo degli Alpini ha radici lontane. Nel 1959 frequenta il corso per allievi sottufficiali di complemento presso la Scuola Militare Alpina di Aosta (dal 10 maggio al 25 ottobre), prestando poi servizio come sergente a La Thuile. Durante questo periodo continua a disegnare, realizzando ritratti per i superiori e illustrazioni per il libro commemorativo del XV corso della Scuola Militare Alpina.

Tra le sue prime opere autonome e firmate si annovera il contributo al Monumento commemorativo dei Caduti, delle Medaglie al valore militare e al valore civile conferite alla Bandiera e ai singoli militari del 7° Reggimento Alpini (1960), presso la Caserma “Salsa” di Belluno. Fiabane realizza un braccio che emerge dalla roccia e regge nel palmo una lampada votiva; sul muro di fondo, un pannello a bassorilievo in pietra locale raffigura un angelo – una sorta di Vittoria alata – che stende il braccio e l’ala sopra un gruppo di Alpini a torso nudo, mentre avanzano in battaglia armati. Il monumento fu inaugurato il 23 aprile 1960, in occasione della festa del 7° Reggimento Alpini.

Del 1972, anno del centenario della costituzione del Corpo, sono due importanti opere dedicate agli Alpini: il Monumento agli Alpini di Castion e, soprattutto, le imponenti sculture poste agli imbocchi del nuovo Ponte degli Alpini di Belluno, inaugurate il 4 novembre dello stesso anno. Si tratta di due figure di Alpini alte tre metri e dal peso di trentacinque quintali. L’Alpino, avvolto nel mantello e con il tipico cappello, trasmette un senso di solidità e di veglia silenziosa: una presenza quasi totemica, posta a sentinella della città. La resa volutamente spigolosa e grezza della superficie evoca la durezza della vita alpina, ma anche la fierezza e l’umiltà dei suoi protagonisti. Sono opere a cui l’artista tiene particolarmente, essendo egli stesso Alpino, iscritto al Gruppo di Cavarzano-Oltrardo. Nel corso della sua carriera, Fiabane ha saputo rappresentare al meglio l’epopea e lo spirito di questo Corpo. È suo anche il disegno della testata del periodico In Marcia, della sezione bellunese dell’Associazione Nazionale Alpini.

Il rapporto con il Gruppo Alpini di Monghidoro (in provincia di Bologna) è particolarmente intenso. Per loro, Fiabane realizza nel 1987 una grande pittura parietale all’interno del Sacrario ai Caduti, eseguita con la tecnica dello spatolato su malta colorata. L’opera raffigura non solo momenti storici legati agli Alpini, ma anche i valori che li animano. Al centro, la Sacra Famiglia simboleggia l’idea di famiglia alpina, inserita in un sole verde che evoca la speranza e il colore della nappina. Sullo sfondo si stagliano le Tre Cime di Lavaredo, a ricordare la Prima guerra mondiale, e la ritirata di Russia, evento che ha segnato profondamente lo spirito del Corpo. L’opera celebra anche l’impegno civile degli Alpini, con scene che richiamano il loro operato nel terremoto del Friuli, nella tragedia del Vajont e nell’alluvione di Firenze. Il murale mostra chiaramente come l’artista concepisca l’impegno alpino come una forma di preghiera e di altruismo. Nel 1996 Fiabane realizza per lo stesso gruppo il Monumento alle Penne Mozze, ulteriore segno di un sodalizio umano e artistico che dura nel tempo.

Attraverso la sua arte, Franco Fiabane ha saputo onorare i caduti e, al contempo, esaltare i valori e lo spirito che rendono gli Alpini un punto di riferimento morale e civile per l’Italia.

Giorgio Reolon

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2 commenti

  • Nella magnifica pieve di S. Pietro di Feletto TV si può ammirare l’unica palma processionale realizzata dall’artista bellunese “La pesca miracolosa”.

  • Questa mattina ho visitato la mostra a Palazzo Fulcis. Sensibilità, religiosità, austerità, umanità, profondità. Emozionante.

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