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lunedì 15 Dicembre 2025,

Manildo: «Per Belluno attuare la specificità. Un bellunese in giunta». Stefani: «Un assessore per tutta la montagna. Più servizi all’infanzia»

Elezioni regionali in Veneto domenica 23 e lunedì 24 novembre. A una settimana dal voto, le interviste ai due candidati favoriti

Un Veneto che “cambia passo”, dopo trent’anni di egemonia del centrodestra. Un Veneto “ricucito”, che valorizza il suo policentrismo, riscoprendosi “comunità”. È questa la scommessa di Giovanni Manildo. L’ex sindaco di Treviso, espressione del Partito democratico, è riuscito a unire sotto il suo nome tutte le espressioni del centrosinistra, il cosiddetto “campo largo”. Oltre al Pd, è appoggiato da Alleanza Verdi e Sinistra, Movimento 5 stelle, Volt Europa, Le civiche venete per Manildo. Uniti per Manildo (al cui interno trovano “casa” esponenti di Italia Viva, Azione, Socialisti, e altre formazioni centriste), Pace salute lavoro (con il simbolo di Rifondazione Comunista).

Manildo, veniamo subito alle Dolomiti. Manca ancora l’attuazione della specificità della Provincia di Belluno prevista dallo Statuto regionale e dalla legge regionale 25 del 2014, confermerà una delega specifica in Giunta?
«Il problema è che sulla legge 25/2014 il lavoro è ancora tutto da fare. In questi anni la norma non ha avuto alcuna reale attuazione, perché la Lega e il presidente Zaia, pur rivendicando l’autonomia per la Regione – senza peraltro ottenerla – hanno sempre mantenuto un’impostazione veneziocentrica, negando a Belluno ciò che le spetta di diritto. Voglio essere molto chiaro: non si può fare gli autonomisti a Roma e i centralisti a Venezia. Belluno deve poter esercitare, e vedere finalmente attuate, le forme di autonomia regolamentare e finanziaria previste dalla legge 25/2014».

Può garantire che ci sarà un assessore bellunese in Giunta?
«Sì. Nel nostro programma è peraltro previsto un assessorato alla montagna. Belluno, pur con meno di 200.000 abitanti, rappresenta un quinto del territorio veneto: non si può ignorare questo dato. Perciò, se vinceremo le elezioni, Belluno sarà senza dubbio rappresentata in Giunta, con un ruolo adeguato al suo peso territoriale e strategico per tutto il Veneto e anche direttamente collegato alla legge 25/2014 cui prima si faceva riferimento». (…)
Bruno Desidera

Il cambiamento nella continuità.
La campagna elettorale di Alberto Stefani avanza con l’obiettivo di innervare la visione millennial nel trentennio trascorso in cui il suo partito – la Lega – ha avuto un ruolo centrale nel governo del Veneto. L’asse con Luca Zaia è più che saldo, come dimostra l’endorsement che il presidente uscente ha speso per lui ben prima che la sua candidatura a palazzo Balbi venisse ufficializzata (oltre al fatto che sarà capolista in tutte le province). Ma sui temi centrali dello sviluppo regionale Stefani non lesina sottolineature e distinguo che aprono alle novità che porterà in Regione se verrà eletto. Tutto ciò emerge dalle 200 pagine che compongono il suo programma sottoscritto dalle sei liste che lo sostengono: Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Noi Moderati-Civici per Stefani, Udc, Liga Veneta Repubblica. Nonostante abbia solo 32 anni, corre per la presidenza della Regione con alle spalle un mandato da sindaco di Borgoricco (Pd), due elezioni in parlamento, oltre che la segreteria della Lega Veneta. (…)

Tocchiamo subito il tema della montagna veneta. Oggi Cortina è sotto ai riflettori per le Olimpiadi, ma Belluno attende da tempo il riconoscimento della sua specificità presente nello Statuto del Veneto.
«A Belluno come pure a Rovigo è necessario garantire sviluppo infrastrutturale, come pure valutare quelle province come sede idonea a un’imprenditorialità per start up innovative di beni immateriali la cui produzione non si basa sulla logistica: ad esempio la tecnologia e il digitale derivati dall’attività intellettuale. Con questo approccio è possibile fare di una fragilità un punto di forza. Per combattere lo spopolamento sarà poi necessario investire maggiormente sui servizi all’infanzia. Per quanto riguarda la montagna veneta nel suo complesso, infine, sto pensando a una delega specifica in Giunta Regionale». (…)
Luca Bortoli

Sul numero 45 dell’Amico del Popolo “di carta” del 13 novembre 2025, in distribuzione questa settimana (su abbonamento, in edizione digitale e in edicola), puoi leggere per intero le interviste a Manildo e Stefani.

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3 commenti

  • I cittadini disertano le urne perché alle promesse elettorali non seguono le azioni, alle progettazioni le realizzazioni, alle parole i fatti. Cosa contano i consiglieri per la montagna se non avranno voce in capitolo? A cosa servono i servizi all’infanzia se non nascono più bambini? La gente comune capisce che è tutto un imbroglio, che non c’è via d’uscita, che non vengono accolte le sue richieste; se volete la fiducia dell’elettorato: ascoltate di più e prometttete di meno.

  • Bravo Giuseppe condivido pienamente quello che hai detto…in campagna elettorale sono tutti bravi a promettere ma è dopo che non si vedono risultati

  • Secondo me sarebbe giusto dare un quadro completo dei candidati alle elezioni regionali, non solo “i principali” ma tutti coloro che si propongono per un ruolo così importante. I cittadini hanno diritto di scegliere, ma non su una scelta precedente. Purtroppo evidentemente siamo considerati non in grado di valutare da sè chi merita fiducia.

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