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lunedì 15 Dicembre 2025,

Auronzo olimpica nel 1956

L’unico impianto realizzato fuori Cortina per i giochi olimpici del 1956 fu quello di Misurina.

Nella marcia d’avvicinamento a Milano Cortina 2026, sottesa ogni giorno di più da ricordi e aneddoti su eventi e personaggi dei giochi olimpici cortinesi del 1956, è giusto sottolineare come 70 anni fa il Comune di Auronzo abbia rivestito un ruolo importante, entrando a pieno diritto nella prestigiosa storia delle Olimpiadi moderne. Ciò in virtù della decisione presa dal CIO di far svolgere le gare di Pattinaggio di velocità a Misurina, in considerazione del fatto che a Cortina non c’erano spazi adeguati. I responsabili del Pattinaggio, Vladislav Cap e Sven Låftman, seguirono da vicino i lavori per gli impianti sportivi e le attrezzature di gara, con visite ripetute. Va detto però che per la pista di pattinaggio di velocità vi fu qualche divergenza di vedute tra il Comitato Olimpico, che rappresentava i comitati di 86 paesi, e l’International Skating Union (I.S.U.), poiché il sig. Låftman non gradiva Misurina, sia perché si trovava fuori mano (13 km da Cortina), sia perché non si fidava di una pista naturale sul lago gelato. Egli vedeva invece con favore la creazione di una pista di ghiaccio artificiale, da costruirsi espressamente a Cortina. Ma il Comitato, per ragioni anzitutto economiche, scartò questa soluzione e puntò esclusivamente su Misurina. La disputa alla fine si risolse felicemente e, una volta constatati i positivi risultati degli esperimenti e delle gare effettuate sul posto nel 1954 e 1955, Låftman accettò tale campo di gara e non se ne pentì.

Che la scelta fosse stata giusta lo comprovarono i risultati delle gare: un primato mondiale uguagliato (m 500 Evgenij Grishin URS 40″2), un nuovo primato mondiale (m 1500 Evgenij Grishin URS 2’08″6), quattro nuovi primati olimpici (uno per ciascuno delle quattro distanze) e ben 39 nuovi primati nazionali.

Questi ottimi risultati derivavano certamente dalla grande bravura degli atleti, ma pure dalle sorprendenti qualità della nuova pista di velocità sul lago. Essa, disegnata dall’esperto svedese Gösta Nilsson e realizzata con grande perizia da tecnici e operai italiani, permetteva delle altissime velocità. Benché il lago si trovasse a quota m 1700, le condizioni del tempo e del campo di gara, grazie alla posizione riparata della pista e al basso contenuto calcareo dell’acqua, si dimostrarono particolarmente favorevoli alle gare di velocità.

Låftman così commentò alla fine: «Non mi ricordo di avere mai assistito a una manifestazione internazionale di pattinaggio di velocità meglio organizzata. La storia dello sport ricorderà i VII Giochi Olimpici Invernali come i migliori finora celebrati».

A ciò contribuì senz’altro la perfetta organizzazione, dai giudici di gara al cronometraggio elettrico, dal servizio informazioni all’assistenza medica. Il collegamento tra Cortina e Misurina era assicurato da un cavo interurbano di 40 circuiti lungo più di 13 km, isolato e rivestito in materia plastica (telecotene), primo del genere in Italia. L’Hôtel des Alpes di Misurina venne interamente occupato dai pattinatori di velocità e dai servizi di questo sport, mentre il piccolo albergo Quinz fu adibito a spogliatoio e ristoro degli atleti in gara o allenamento. Sempre all’Hotel des Alpes soggiornarono le squadre della Corea del Sud e dell’Olanda.

Sul lago completamente gelato fu ricavata, sulla parte a nord sotto la collina, una pista a doppio anello della lunghezza regolamentare di 400 metri, al completo riparo dai venti. Essa, collaudata nell’inverno 1953-54, confermò in quello successivo le sue eccezionali caratteristiche tecniche, ospitando i campionati italiani di pattinaggio di velocità. Tutti gli esperti e i pattinatori italiani e stranieri furono concordi nel riconoscere la pista di Misurina come una delle più veloci del mondo. Questo il giudizio del grande tecnico Ernst von Arx: «La pista, per il cui mantenimento occorreva un gran numero di operai e militari, aveva, in confronto a quella di Davos, molte ondulazioni, in quanto mancavano completamente le piallatrici per rimediare a questo difetto. Nonostante ciò, il ghiaccio aveva sempre la stessa velocità, anche con il cattivo tempo, la nebbia o leggere nevicate. Io ritengo che questo fatto derivi dalla temperatura più costante, che è condizionata da 0o C dell’acqua sulla quale la pista è costruita, nonché dallo spessore considerevole del ghiaccio stesso. Così questo è meno sottoposto alle influenze della temperatura esterna rispetto a quello meno spesso di una pista costruita sulla neve isolante».

Ai piedi della collina, lungo il rettilineo d’arrivo della pista, furono costruite le tribune per il pubblico, comprendenti, la tribuna d’onore per un totale di 400 posti, la tribuna riservata agli atleti e agli accompagnatori della capienza di 100 posti, la tribuna per la stampa di 400 post e due tribune per il pubblico, che potevano ospitare circa 3.600 persone. In una grande gradinata, immediatamente alle spalle delle sopracitate tribune, trovavano posto altre 4.000 persone. Cosicché in totale circa 8.500 spettatori potevano assistere comodamente alle gare.

Per poter meglio sistemare le tribune e i relativi servizi a terra fu necessario restaurare e rinforzare con opportuni lavori murari la sponda del lago interessata e a tale scopo, d’intesa con il Comune di Auronzo, si usufruì di uno speciale cantiere di lavoro, mentre da parte del CONI fu assegnato un contributo di tre milioni per spese di materiali e integrazione salari. Così la sponda tra il Grand Hôtel delle Alpi e l’albergo di Quinz ebbe, per la prima volta, una consistenza architettonica che permise la sistemazione del tronco stradale e quindi pure un miglioramento del luogo anche dal punto di vista turistico.

Walter Musizza

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