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lunedì 15 Dicembre 2025,

Con Vincenzina e Jessica a Coi, il paese più alto della Val di Zoldo

Di Silvia De Fanti. Ha una ventina di abitanti, una piccola chiesa e un hotel degli anni ‘70-’80

L’Amico del Popolo da poco più di un mese propone una nuova rubrica per raccontare «Luoghi non comuni»: voce alle frazioni e ai villaggi minori, di cui sono costellate le Dolomiti Bellunesi. Protagonista di questa puntata è Coi, il paese più alto della Val di Zoldo (1.494 metri). Qui un estratto dell’articolo di Silvia De Fanti; potrai leggerlo per intero nel numero 46 dell’Amico del Popolo “di carta” del 20 novembre, in distribuzione questa settimana (su abbonamentoin edizione digitale e in edicola).

Paesini incantati, silenziosi e semivuoti per diversi mesi all’anno. Non è una favola e neanche una novità in Val di Zoldo, ma una realtà, che in base all’epoca storica cambia la forma, ma non la sostanza. Negli ultimi decenni del secolo scorso, ad esempio, quando la maggior parte delle famiglie zoldane emigrava in Germania, le piccole frazioni si svuotavano con l’avvicinarsi della bella stagione, per poi ravvivarsi di nuovo in inverno.

Oggi la situazione è cambiata: i paesi raggiungono spesso la loro massima capienza durante le stagioni turistiche, soprattutto d’estate. Come riportato dalla recente cronaca, la percentuale delle case non abitate stabilmente ha un peso considerevole nelle valli dolomitiche del Bellunese, spesso schiacciante rispetto al numero di abitazioni dei residenti fissi. E se si aggiungono gli affitti brevi e stagionali, i paesi si ritrovano addirittura sovraffollati pochi mesi l’anno, svuotati il resto del tempo…

…I piccoli villaggi di montagna, bellissimi e incomparabili alla città, diventano quindi gruppi di case disabitate. Luoghi iconici della Val di Zoldo, come Coi il paese più alto (quota 1494 metri), ai piedi del monte Pelmo, con i suoi tabià ristrutturati d’autore, è oggi oasi di pace di moltissimi non residenti. Un paesaggio da sogno, da cartolina, anzi, da reels sui social, tanto da trasformarsi nel 2022 addirittura in set cinematografico, dove si sono concentrate le riprese di una serie televisiva austriaca. Collegato con il resto della vallata da strade non proprio agevoli, specialmente d’inverno con neve e ghiaccio, oltre alle abitazioni private conta la piccola chiesa di San Pellegrino, e un hotel, negli anni ‘70/’80 ritrovo di tanti giovani del posto che frequentavano la sua taverna, dove si organizzavano feste e balli. Per il resto, il vero e proprio “centro” della parte alta del comune rimane almeno 4 km più in basso, con servizi e attività commerciali disseminati tra Fusine e Pecol.
Nonostante l’assenza di comodità e popolosità, presenti, invece, in un contesto urbano, c’è chi ha deciso di prolungare il suo soggiorno nel grazioso borgo zoldano. Come Vincenzina Dorigo Orio, insegnante di musica, pianista e clavicembalista, in passato coordinatrice e curatrice editoriale per la casa editrice Orio. Originaria di Conegliano, ha deciso di stabilirsi a Coi con il marito, realizzando un desiderio che aveva sin da ragazza. In Zoldo, oltre ad aver animato e organizzato diverse iniziative per bambini e non solo, oggi è fondatrice e coordinatrice del Gruppo folk Val di Zoldo…

Cosa ha determinato la scelta di vivere a Coi praticamente tutto l’anno?
«Vengo in Zoldo da quando avevo 16 anni (ora ne ho 70), è una valle che mi piace. Adesso, ad esempio, ti parlo da una panchina sulla passeggiata del tabià del Mas di Sabe e stavo proprio pensando: ma quanto fortunata sono a vivere questi momenti magici? Stare qui mi dà molto, non trovo momento di annoiarmi. Scendo a Conegliano solo due volte a settimana, perché insegno musica in una scuola, ma ormai per me lì è solo un punto d’appoggio, la mia casa è qua. Mi sveglio la mattina con i corvi che picchiettano sul tetto reclamando qualche pezzo di pane, la sera mi fa visita la volpe. Non ho bisogno della passeggiata in centro città, non sono cose che mi interessano. Sin da giovani, io e mio marito ci chiedevamo: pensa come dev’essere vivere qui. Così abbiamo deciso di rimanere. Prima eravamo in un appartamento a Pecol, poi grazie ad amici abbiamo saputo di questo tabià a Coi (qui è molto difficile trovare casa, ci sono molte multiproprietà), e tramite un piccolo mutuo, dopo varie trattative da trent’anni siamo qua»…

…O come Jessica De Marco, classe ‘84, vicesindaco del comune in cui vive, che è cresciuta in Val di Zoldo, dove risiede attualmente con la sua famiglia. Lavora nell’azienda Servizi alla persona Longarone Zoldo e operando nel sociale, ha una sua lettura sull’abitare in montagna, valida sia per la sua generazione sia per quelle che la precedono.

«Dal mio punto di vista molti giovani se ne vanno perché la montagna piace, attira turisti, ma allo stesso tempo diventa un luogo in cui è complicato vivere davvero. Uno dei motivi principali, secondo me, è la questione della casa. C’è un’emergenza abitativa vera e propria. Gli appartamenti in affitto sono pochi e quelli disponibili costano tantissimo perché il paese è turistico. È comprensibile, il turismo è una risorsa, però il risultato è che chi vorrebbe vivere qui tutto l’anno, giovani e famiglie, non trova una casa accessibile. Non è normale dover competere con i prezzi delle seconde case o degli affitti brevi quando tu vorresti solo avere un tetto per costruirti un futuro nel posto in cui sei cresciuto.
Un altro problema è che tante case vecchie rimangono chiuse, inutilizzate e inutilizzabili, perché ristrutturarle costa troppo.

Tra le case vuote, i sacrifici e le soddisfazioni del vivere nei piccoli borghi di montagna rimangono delle costanti: il fascino della natura e la tranquillità di questi luoghi, che in alcuni casi motivano la scelta di rimanere e in altri la motiverebbero. E se la storia delle terre alte ci riporta un susseguirsi di emigrazioni e abbandoni, di perseveranza di chi ritorna e di resilienza di chi resta, che sia il destino di questi paesi essere così belli ma per molti inaccessibili? O proprio la bellezza riuscirà a salvarli?

Di Silvia De Fanti

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2 commenti

  • Grazie.
    : problemi reali gravi, ma la bellezza di Coi è insuperabile. Grazie di esserci!

  • Buonasera…non ho avuto modo di visitare coi, ma dalla sua stesura mi incuriosisce poterlo fare, se fosse possibile scambiare una chiacchierata con lei e suo marito mi farebbe molto piacere

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