Il torrente Cismon è finito sotto osservazione dell’Arpav di Belluno dopo le segnalazioni del Comitato per la difesa del Vanoi, che da mesi richiama l’attenzione su una discarica di materiali inerti contaminati in località Ronco, nel comune di Canal San Bovo. Si tratta di un deposito non protetto, dove sarebbero stati conferiti inerti provenienti da un sito trentino contaminato. Il timore è che le piogge o le piene del Vanoi possano trascinare a valle gli inquinanti lungo l’asta Vanoi–Cismon–Brenta.
L’allarme riguarda la presenza, nel tratto a valle, di uno dei sistemi irrigui e idropotabili più rilevanti del Veneto. Dal Brenta, a Bassano del Grappa, vengono infatti prelevati fino a 30 metri cubi al secondo durante la stagione irrigua per servire l’alta pianura gestita dal Consorzio Brenta. Poco più a sud, a Camazzole, nel comune di Carmignano di Brenta, si trova il campo pozzi gestito da Etra, che alimenta gli acquedotti del Veneto centrale fino all’area di Rovigo. Le ricadute potenziali sull’agricoltura e sulla salute dei cittadini sono quindi considerate significative.
La lista “Giustino Mezzalira Acqua Agricoltura Ambiente”, candidata alle elezioni del Consorzio Brenta del 14 dicembre, già contraria alla costruzione della diga sul Vanoi, chiede alla Provincia di Trento la sospensione immediata dei conferimenti nella discarica di Ronco e l’avvio della bonifica del sito, dove sarebbero stati depositati oltre 50.000 metri cubi di materiali contaminati.
Nel frattempo l’Arpav ha attivato un monitoraggio specifico sul torrente Cismon, iniziativa che – secondo il Comitato – mette in evidenza l’assenza di verifiche adeguate da parte delle autorità trentine competenti in materia ambientale.
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