Nato nel 1937, Sorgato aveva iniziato ad arrampicare sulle montagne di casa, distinguendosi presto per l’apertura di nuove vie sulla Schiara e per numerose ripetizioni degli itinerari più severi del Civetta.
Negli anni Sessanta la sua attività lo portò a emergere nel panorama internazionale. Nel 1961, durante il tentativo di realizzare la prima invernale della via Couzy alla Cima Ovest di Lavaredo insieme a Giorgio Ronchi, un grave volo causato dalla fuoriuscita di un chiodo costrinse i due a ritirarsi. Il successivo intervento di soccorso degli Scoiattoli di Cortina ebbe ampia eco nelle cronache del tempo e ispirò anche il documentario francese Abimes, presentato al Festival di Trento.
Sorgato comparve inoltre come attore nel film Una cordata europea del regista Lothar Brandler, vincitore del Gran Premio Città di Trento nel 1964, che raccontava la salita sulla via Hasse-Brandler alla Cima Grande di Lavaredo.
Negli anni successivi fu protagonista di due importanti prime invernali: nel 1962 la via Livanos alla Cima Su Alto, insieme a Giorgio Ronchi e Giorgio Redaelli; nel 1963 la prima invernale della via Solleder alla Civetta con Ignazio Piussi, Giorgio Redaelli, Toni Hiebeler, Marcello Bonafede e Natalino Menegus.
Le sue attività professionali lo portarono a vivere a lungo in Francia, dove strinse solide amicizie con diversi alpinisti locali, tra cui Pierre Mazeaud. Con Mazeaud e Piussi, nel 1965 aprì una nuova via sulla Punta Tissi, nel gruppo del Civetta. Sei anni più tardi, la cordata Sorgato-Mazeaud tornò in azione sul Monte Bianco, tracciando un nuovo itinerario di 1.300 metri su roccia, ghiaccio e misto, sui pilastri a sud della via Major, sul versante della Brenva.
Roberto Sorgato fu anche presidente dell’associazione «Amici della Fondazione Giovanni Angelini» di Belluno, nata nel 1991 per promuovere la ricerca scientifica e la formazione culturale sulla montagna nei suoi molteplici aspetti: geografico, geologico, naturalistico, antropologico, linguistico, artistico ed economico. Nel 2000, la Fondazione diede vita alla «Rete Montagna», con l’obiettivo di collegare centri di studio internazionali dedicati ai territori montani e alle loro comunità.
Una fotografia lo ritrae in Val Corpassa, al rientro dalla prima invernale alla via Solleder, accanto a Luigina «Gigia» De Nardin. Fotografa di professione, ma figura eclettica e riconosciuta nella vita culturale e sociale del bellunese, De Nardin fu a lungo legata da profonda amicizia a Sorgato e ad altri alpinisti come Georges Livanos, Jean-Claude Barbier, Giovanni Aste e Ignazio Piussi.
Seguici anche su Instagram:
https://www.instagram.com/amicodelpopolo.it/

2 commenti
Emilio Pollazzon
Di Sorgato ho molti ricordi era amico di mio padre Cesare Ho molti ricordi anche di foto delle due memorabili imprese del 62 sulla Su Alto e del 63 Sulla Solleder invernali.
Emiliopollazzon
Son rimasto deluso. Questo messaggio non L avevo mai scritto. Non era un doppione sono deluso della serietà del giornale