«Con questo nuovo lavoro, Paolo Doglioni ci porta alla scoperta non solo di un grande personaggio ma, anche, di un periodo storico estremamente interessante». Con queste parole, venerdì 12 dicembre, il presidente Fabio Bona ha aperto l’incontro culturale organizzato dalla Confraternita del Formaggio Piave Dop, dedicato alla più recente pubblicazione di Doglioni: Matilde di Canossa, la vita difficile di una grande donna, la prima vera femminista.
L’autore ha spiegato le ragioni che lo hanno spinto a scrivere il volume: «Sono passati quasi mille anni dal tempo di Matilde ma è impressionante notare che, pur cambiando gli attori, nulla muta: lotte continue, tradimenti, falsità, sofferenze inutili. Quello che oggi ci si presenta di fronte». Il libro non è un romanzo, ma una ricerca storica sulle vicende della gran contessa e sui luoghi in cui visse.
Doglioni sottolinea un secondo motivo, riprendendo una riflessione di Jacques Le Goff: «Matilde può essere considerata l’antesignana del femminismo moderno». Nel sistema medievale – oratores, bellatores, lavoratores – la donna era definita dal suo corpo: «La donna si definisce figlia, sposa, vedova, e, meglio di tutto, vergine». Matilde, di stirpe longobarda, conosceva bene il mondualdo, il potere assoluto dell’uomo di casa. La donna era sottomessa prima al padre, poi al marito e, in caso di vedovanza, al parente maschio più prossimo, persino al figlio. Una condizione che Matilde non smise mai di contrastare. Pur accettando due matrimoni imposti dai papi Leone IX e Urbano II, arrivò a chiedere a Gregorio VII di poter celebrare messa, questione ancora oggi irrisolta.
Per questa ricerca Doglioni ha scelto di non ricorrere alla figura del suo antenato Bernardo Dollone, già presente in altre opere, ma di affrontare il percorso in prima persona: «È stato necessario visitare i luoghi principali dove Matilde è vissuta, raccogliere sul posto ogni possibile documentazione, e percorrere anche a piedi quelle località, salendo – non senza fatica! – fino ai castelli di Bianello, Carpineti, Canossa. E visitare Mantova, dov’era nata, poi Lucca, Pisa, Pistoia fino a Bondeno di Roncore dove morì. Un modo per provare a respirare la sua aria, per immergersi – con la fantasia – in un mondo di mille anni fa».
Il libro si concentra sull’Italia centrale tra XI e XII secolo, nel contesto della riforma gregoriana e della lotta per le investiture tra Papato e Impero. Doglioni ricostruisce castelli e abbazie basandosi sui ruderi e riporta in vita personaggi storici grazie a documenti e cronache, in particolare la Vita Mathildis del monaco benedettino Donizone. L’autore ricorda anche la vicenda della sepoltura di Matilde: inizialmente nell’abbazia di San Benedetto in Polirone, poi trasferita a Castel Sant’Angelo e infine, nel 1644, nella tomba monumentale di Bernini in San Pietro, prima donna a ottenere questo privilegio.
Come per altre opere di Doglioni, il ricavato della vendita sarà devoluto alla Caritas diocesana di Belluno-Feltre.
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