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domenica 14 Dicembre 2025,

Ipotesi chiusura del Lollino: preoccupazione per il futuro dell’istruzione

Il sindaco De Pellegrin sottolinea le implicazioni per il territorio dell'ipotesi di chiusura.

La possibile chiusura del Liceo Lollino di Belluno solleva preoccupazioni all’interno della comunità locale. Il sindaco, Oscar De Pellegrin, ha commentato la situazione sottolineando le implicazioni di una tale decisione per il territorio.

«La chiusura di una scuola è sempre una perdita per il territorio, perché significa vedere ridursi le opportunità educative per i nostri giovani e l’attrattività nei confronti di lavoratori e giovani famiglie», ha dichiarato il primo cittadino. Ha poi espresso l’intenzione di esplorare ogni possibile soluzione per garantire la continuità dell’istituto e mantenere un’offerta formativa adeguata alla comunità.

L’amministrazione comunale, ha aggiunto De Pellegrin, sta lavorando per consolidare il ruolo di Belluno come polo di riferimento nel campo dell’istruzione, non solo a livello provinciale ma anche oltre. Tra i progetti in corso, ha citato la prossima realizzazione di un polo dedicato all’alta formazione presso Palazzo Bembo, che ospiterà due percorsi di studio post-diploma.

«Un’opportunità che consentirà ai nostri giovani di restare sul territorio per formarsi e che, al tempo stesso, attrarrà studenti da fuori provincia, alimentando quel fermento culturale che è la linfa di una comunità sana e proiettata al futuro», ha spiegato il sindaco. In parallelo, l’amministrazione sta valutando soluzioni per incrementare la disponibilità di alloggi per gli studenti.

De Pellegrin ha poi evidenziato le difficoltà legate ai numeri, una sfida particolarmente sentita nelle aree montane, dove l’equilibrio tra la qualità dei servizi e la loro sostenibilità economica è spesso complesso. Tuttavia, ha ribadito l’importanza di perseguire ogni possibile soluzione per evitare la chiusura del Liceo Lollino: «Il mio auspicio è che le proposte dell’Associazione Amici del Liceo Lollino vengano accolte, perché non si tratta solo della chiusura di un istituto paritario, ma della perdita di un servizio per il nostro territorio».

Concludendo, il sindaco ha espresso un cauto ottimismo sui segnali positivi che stanno emergendo nel settore dell’istruzione: «Oggi qualcosa si sta muovendo, i numeri ce lo dicono e il dibattito intenso di questi anni sta producendo politiche mirate. Teniamo saldo il timone perché il vento volge sempre a favore di chi persevera e noi siamo convinti che investire nei giovani e nella formazione sia uno dei tasselli fondamentali per assicurare un futuro in crescita a questa nostra meravigliosa provincia».

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2 commenti

  • Dobbiamo rassegnarci, a parole siamo tutti bravi, purtroppo nei fatti non è così. Belluno e la sua provincia si spopolano perché vengono meno i servizi di ogni genere: scolastici, sociali, bancari,… Tutto chiude nell’indifferenza dei cittadini e delle istituzioni. Per nostra fortuna, ma limitatamente a qualche mese all’anno, abbiamo il turismo e due volte al secolo le olimpiadi.

  • Non la vedo chiara. E per me è un vero dispiacere. Nel 1970-71 e 1971-72, facevo la quarta e quinta ginnasio. Il riconoscimento legale ancora non c’era e, a fine anno scolastico, andavamo al collegio dei padri Cavanis, a Possagno. Poi la gioia del riconoscimento. Ricordo quando venne l’ispettore del Ministero; don Ottorino (rettore) era pieno di timore e disse: “Non è uno che si compra con un buon pranzetto”. Il merito del riconoscimento fu soprattutto del preside Guido Pellegrini, un grande.

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