Le classi terze della Scuola media di Mel e Lentiai, appartenenti all’Istituto Comprensivo di Mel, hanno preso parte a un’uscita didattica nei luoghi del disastro del Vajont. La visita si è svolta oggi e rientra nell’ampliamento dell’offerta formativa dell’istituto, con l’intento di proporre un’esperienza educativa capace di coniugare conoscenze storiche, scientifiche e riflessioni sul rapporto tra uomo e ambiente.
L’escursione ha toccato diversi luoghi simbolo della tragedia del 1963: il coronamento della diga, i centri abitati di Erto e Casso, e infine il Cimitero Monumentale di Fortogna. Durante la giornata, gli studenti hanno potuto approfondire quanto già affrontato in aula con il docente di matematica e scienze Giorgio Venuto, che ha introdotto aspetti geologici, ingegneristici e ambientali legati alla vicenda.
L’impatto emotivo della visita è stato forte. Di fronte alla maestosità della diga e al contesto naturale circostante, molti ragazzi si sono mostrati visibilmente colpiti. Alcuni hanno manifestato un senso di vertigine guardando dall’alto il muro della diga, altri si sono soffermati in silenzio a osservare le pareti ripide del monte Toc. La presa di coscienza della violenza esercitata dalla frana – 270 milioni di metri cubi di roccia e terra precipitati nel bacino – è emersa con forza solo attraversando quei luoghi.
«È qualcosa che non doveva succedere», ha detto uno degli studenti. «Come si fa a non capire certe cose?», ha aggiunto un altro. Una ragazza, all’uscita dal Centro Visite di Erto, ha sussurrato alla docente che la accompagnava: «Sono davvero senza parole. Queste persone… Spero non accada più!».
L’esperienza ha permesso ai ragazzi e alle ragazze di riflettere non solo sull’evento storico, ma anche sul valore della prevenzione e sull’importanza della responsabilità umana nelle scelte che riguardano l’ambiente. L’escursione, seppur resa più complessa dalle condizioni meteorologiche, è stata ritenuta significativa dai docenti, i quali auspicano che momenti come questo possano contribuire a sviluppare un senso critico nei confronti dello sfruttamento delle risorse naturali, della sostenibilità e della sicurezza collettiva.
Al termine della giornata, conclusasi attorno alle 17:45, gli insegnanti hanno espresso apprezzamento per il comportamento attento e rispettoso dimostrato dagli studenti. L’uscita si inserisce in un percorso educativo che mira a promuovere conoscenza e consapevolezza, secondo quanto ricordato anche dalle parole della giornalista Tina Merlin: «Oggi tuttavia non si può soltanto piangere, è tempo di imparare qualcosa».
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