Belluno °C

mercoledì 18 Giugno 2025,

Papa Leone XIV, i Bellunesi negli Usa: «Lavorerà per la pace e darà un limite al “trumpismo” dilagante»

A pochi giorni dall'elezione del nuovo Papa, alcune reazioni e riflessioni tra i nostri concittadini che vivono oltreoceano

Un nuovo Wojtyła? Tra i Bellunesi che vivono negli Stati Uniti d’America c’è chi paragona il nuovo Papa, Leone XIV, a Giovanni Paolo II. Paola Demattè, che si è trasferita ormai da anni da Belluno a Providence, nello stato di Rhode Island, ne è coinvinta: «La scelta del nome Leone (un richiamo a Leone XIII) fa pensare che voglia dare peso alle questioni sociali in continuità con Francesco. Però il nuovo Papa è anche un intellettuale, un matematico, un tennista. Considerando tutto si potrebbe trattare di un nuovo Wojtyla: così come Giovanni Paolo II è stato molto attivo per la pace nel mondo, Robert Francis Prevost potrebbe arginare la “deriva” americana».

Paola Demattè con il marito Richard Lesure.

«Prevost non è un Papa ”trumpista” e anzi cercherà di dare un limite al ”trumpismo” dilagante», continua Demattè, che sottolinea un altro aspetto: «I media hanno dato molto spazio al Conclave, addirittura con una diretta di National Public Radio (rete tendenzialmente progressista). «Mio marito (che è un anglicano non praticante) ha seguito assiduamente tutte le fasi che hanno portato all’elezione del nuovo Papa». «Tifava per Pizzaballa (penso gli piaccia il nome)», scherza Demattè, «ed è rimasto deluso quando ha sentito che il nuovo Pontefice è un americano. Poi però abbiamo approfondito e concluso che è stata una buona scelta. Interessante un altro punto, sollevato sulle pagine del New York Times: il nuovo Papa avrebbe origini creole. I nonni materni erano di New Orleans, di una comunità che si identificava in parte come creola afro-caraibica, e in particolare il nonno era nato o ad Haiti o nella Repubblica Dominicana».

«Robert Prevost ha portato a termine ”un’impresa” che molti credenti statunitensi e tutto il resto del mondo pensavano impossibile», commenta Michela Zannini, che è nata a Feltre e vive negli Stati Uniti ormai da 19 anni. «Ho avuto la fortuna di spostarmi in diversi stati», riflette. «Prima in Florida, territorio ricco di immigrati latino-americani fortemente religiosi. Uno stato con cui Papa Leone XIV ha forti connessioni, in quanto lì vive uno dei suoi fratelli. In Florida molti sperano che l’esperienza di emigrazione familiare del nuovo Pontefice possa influenzare il suo modo di agire e quindi aiutare tutti gli immigrati che si trovano in dituazioni difficili. Poi ho vissuto in Nebraska: qui la reazione all’elezione di Prevost è stata di enorme sorpresa vista la vicinanza con la città di Chicago, dove il Papa è nato. Tutti ne sono orgogliosi».

Michela Zannini.

«Tra le persone che conosco in Ohio», continua Zannini, «ho raccolto tanta emozione e speranza che questo nuovo Papa porti connessione e senso di comunità. Ora vivo in Massachusetts, poco a Nord di Boston. Credo che qui l’elezione di Prevost sia stata uno shock, ma non mancano tanto orgoglio e patriottismo (forse troppo…). In ogni caso, penso che non dobbiamo giudicare papa Leone XIV per la sua nazionalità e le implicazioni politiche… lasciamole ai politici».

«Nella comunità c’è un senso di orgoglio e felicità», riflette Liana Coletti, che vive a New York. «Alla nostra famiglia Prevost piace perchè è una persona umile, con senso dell’umorismo e credo anche un po’ progressista. Le sue prime parole hanno dato speranza e conforto e crediamo che lui, come Papa Francesco, cercherà di invocare la pace e appellarsi alla comunicazione fra i popoli».

5 commenti

  • Cattolici sempre più mediatici e mondani e sempre meno di sostanza. Il Papa si accetta e gli si obbedisce.
    Mi é sembrato di vivere in un superficiale reality ultimamente

    • Sono d’accordo. Negli ultimi giorni ho evitato di seguire radio e soprattutto TV perché veramente non ne potevo più. Domande preconfezionate dagli intervistatori per ricevere le risposte che già si aspettavano, e via di seguito. Qualche minimo, ma proprio minimo accenno allo Spirito Santo, primo dono del Risorto e, ahimè, quasi sconosciuto dalla maggior parte dei cattolici, compresi i credenti. Comunque c’è libertà di parola ed ognuno può esprimere quello che sente; io preferisco, in questo caso, il silenzio e la preghiera.

    • Sono d’accordo con Lei. Nei giorni precedenti alla “fumata bianca” ho evitato per scelta di accendere radio e soprattutto TV. Non ne potevo più di pronostici, paragoni, suggerimenti, cronisti che ponevano domande per ottenere le risposte che volevano. Poche, molto poche volte ho sentito parlare di Spirito Santo, primo dono del Risorto, ahimè grande sconosciuto anche da parte di tanti credenti. Certo, ciascuno ha diritto di esprimere quello che prova. Da parte mia credo che in queste circostanze il silenzio e la preghiera siano la scelta più giusta.

  • Sono d’accordo con Lei. Nei giorni precedenti alla “fumata bianca” ho evitato per scelta di accendere radio e soprattutto TV. Non ne potevo più di pronostici, paragoni, suggerimenti, cronisti che ponevano domande per ottenere le risposte che volevano. Poche, molto poche volte ho sentito parlare di Spirito Santo, primo dono del Risorto, ahimè grande sconosciuto anche da parte di tanti credenti. Certo, ciascuno ha diritto di esprimere quello che prova. Da parte mia credo che in queste circostanze il silenzio e la preghiera siano la scelta più giusta.

  • Scusate, c’è qualcosa che non va nell’invio dei commenti. Sembra che non patyano, e dopo 10 minuti li ritrovi stampati. Mi è già successo una volta, chiedo scusa ma non era mia volontà ripetere ciò che sembrava non recapitato. Grazie.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *