Ancora un intervento del soccorso alpino aiuto di escursionisti che, nonostante il divieto accesso, continuano a passare per la Ferrata Berti. Dopo il recupero di due ragazzi belgi lo scorso 19 luglio e la segnalazione di ulteriori passaggi successivi di persone, nella giornata di ieri, giovedì 31 luglio, un altro escursionista si è trovato bloccato sul sentiero 242, nel punto in cui la frana del Marcora continua a scaricare materiale. Benché infatti sia stato chiuso, anche con un’ordinanza del sindaco di San Vito di Cadore, in entrambi i punti di accesso, da Cortina e San Vito, e siano stati posizionati cartelli di avviso, continua il passaggio sull’itinerario attrezzato.
In particolare un escursionista inglese di 60 anni, partito in mattinata dal Passo Tre Croci, ha chiamato dicendo di trovarsi sulla Ferrata Berti e che cadevano sassi dall’alto. Risaliti alla sua posizione teorica, gli è stato detto di non spostarsi dal punto riparato in cui si trovava e di attendere l’arrivo dei soccorsi, poiché al momento la montagna era nascosta dalle nuvole. Per decidere la strategia del recupero era necessaria la posizione esatta dell’escursionista, si è dovuto quindi attendere che si alzassero le nubi. Quando le nuvole si sono spostate, il Soccorso alpino di San Vito di Cadore ha purtroppo appurato che l’escursionista si trovava proprio al centro della frana, a 2.400 metri di altitudine. Una squadra di tre tecnici, allora, si è messa a disposizione per un eventuale trasporto in quota e da Treviso è arrivato ”Leone”, che si è alzato subito approfittando della buona visibilità per una ricognizione.
Arrivato nelle vicinanze dell’escursionista, alle 17.30 circa l’equipaggio è riuscito, con una rapida operazione di precisione, a recuperarlo dopo aver calato di una ventina di metri il tecnico di elisoccorso con il verricello. Il soccorritore ha agganciato subito l’uomo e l’elicottero si è allontanato immediatamente. L’escursionista è stato trasportato al campo base e affidato ai soccorritori.
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3 commenti
Rita S.
Penso che l’escursionista inglese, peraltro non proprio un ragazzino dati i suoi sessant’anni, non riuscirà a scordare facilmente un’esperienza del genere, comportandosi di conseguenza nei futuri approcci alla montagna.
Mi auguro anche che abbia compreso non solo di aver messo a repentaglio la sua vita, ma anche di aver coinvolto nel rischio quella dei suoi soccorritori.
Ernesto Majoni
Conoscendo la ferrata, penso che – poiché difficilmente la Marcora tornerà quella che è stata, e la zona diventerà sempre più malsicura, sarebbe ora di demolire l’itinerario e ripristinare la totale naturalità della Cengia del Banco.
La ferrata ha fatto il suo tempo e sarebbe un atto di coraggio rinunciarvi!
Christian
Per sua fortuna il cambio sterlina/euro gli gioca ancora a favore quindi se la caverà con un esborso tutto sommato modesto rispetto a ciò che gli sarebbe accaduto se non fosse intervenuto il soccorso con la sua straordinaria professionalità. Dato che né previsioni meteo avverse né consigli degli esperti ed ora nemmeno i divieti riescono a far ragionare certi fenomeni della montagna forse sarebbe il caso di decuplicare le tariffe così magari questa litania pressoché quotidiana di salvataggi di incoscienti finisce.