Si è conclusa l’edizione 2025 di Ritmo dei Passi, iniziativa ideata da Marco Pietripaoli, già direttore del Csv Milano e attivo da anni nel mondo dell’associazionismo. Nata come esperienza personale di cammino, si è trasformata in un progetto collettivo che combina escursionismo, riflessione e collaborazione tra territori.
«Il progetto è nato quando ho iniziato a pensare alla mia pensione – spiega Pietripaoli – come occasione per riscoprire le passioni rimaste a lungo nel cassetto. Una su tutte: la montagna, che mi accompagna fin da bambino». L’idea è stata percorrere a tappe il Sentiero Italia CAI, oltre 7.000 chilometri lungo l’arco alpino e appenninico fino a Sicilia e Sardegna, affiancando alla dimensione personale un obiettivo sociale. Per questo Pietripaoli ha coinvolto reti nazionali come CSVnet, Cai, Agesci e Asvis, chiedendo di attivare referenti locali per organizzare iniziative educative, ambientali e culturali lungo il percorso.
L’edizione di quest’anno, durata 27 giorni, ha attraversato le province di Belluno, Bolzano e Trento, dal Monte Peralba al Passo di Gavia, con oltre 300 partecipanti e una trentina di associazioni coinvolte. In tutto sono stati realizzati quindici eventi, costruiti insieme alle comunità ospitanti per valorizzare le specificità locali.
Nel Bellunese le iniziative hanno interessato Comelico, Cadore e Agordino. Tra queste, un’escursione su un sentiero accessibile nella foresta di Somadida ad Auronzo di Cadore, organizzata dal Csv Belluno Treviso con la collaborazione di Agesci Zona Belluno, Assi, Odar, Amici dei disabili e dei minori e con il patrocinio del Cai Auronzo. All’appuntamento hanno preso parte una sessantina di persone, tra cui diversi partecipanti con disabilità, per i quali sono stati previsti trasporto, pranzo e attività di gruppo. Un’altra tappa, a Cencenighe Agordino, è stata dedicata al tema del volontariato nelle emergenze, con particolare attenzione alla tempesta Vaia: l’incontro ha compreso la presentazione del libro Vaia. La tempesta nella memoria e del docufilm ComeAlberi, oltre alle testimonianze di volontari.
Il programma ha incluso anche due escursioni organizzate con Cai e Agesci di Friuli e Veneto: una passeggiata con passaggio di testimone tra volontari sul Passo dell’Oregone e una camminata lungo il percorso delle malghe in Comelico.
«Camminare ti espone all’inaspettato, ti mette in relazione – osserva Pietripaoli –. È un modo per tessere legami e riflettere sui territori, sulla natura e sulle sue fragilità». Nel complesso, sono stati percorsi 455 chilometri, con 25.000 metri di dislivello.
Il prossimo anno il cammino proseguirà in Lombardia, tra metà giugno e inizio luglio.
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