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sabato 6 Dicembre 2025,

RaiTre ricorda la tragedia di Mattmark con un reportage di Alessandra Rossi

In programma sabato 30 agosto, alle 23.15; sarà poi disponibile anche su RaiPlay.

Sabato 30 agosto, alle 23.15, RaiTre trasmetterà il reportage “Mattmark 1965 – Storie vicine e lontane”, scritto da Alessandra Rossi e diretto da Gabriele Mammarella. Il documentario, che sarà poi disponibile anche su RaiPlay, affronta una delle pagine più drammatiche ma meno conosciute dell’emigrazione italiana: la frana che nel 1965 travolse il cantiere della diga di Mattmark, in Svizzera.

Negli anni Sessanta e Settanta la Confederazione elvetica conobbe un intenso sviluppo economico, attirando migliaia di lavoratori provenienti dall’Italia: quasi la metà dell’intero flusso migratorio del periodo scelse la Svizzera come destinazione. Molti di loro furono impiegati in grandi cantieri, tra cui quello della diga di Mattmark, dove si lavorava fino a 15-16 ore al giorno per sei giorni alla settimana. La presenza italiana resta significativa ancora oggi, con circa 700 mila residenti.

Il 30 agosto 1965 una porzione del ghiacciaio dell’Allalin si staccò e travolse le baracche degli operai a 2.120 metri di quota. La massa di ghiaccio, stimata in oltre due milioni di metri cubi, seppellì 88 lavoratori, 56 dei quali italiani. Le perdite più gravi riguardarono la provincia di Belluno, con 17 vittime, e San Giovanni in Fiore, in provincia di Cosenza, con sette morti. Dopo il clamore iniziale, la tragedia venne presto dimenticata.

Per la realizzazione del documentario, alcune interviste e riprese sono state effettuate anche nel Bellunese, in collaborazione con l’Associazione Bellunesi nel Mondo, nata proprio l’anno successivo come risposta collettiva a quel dramma.

Il reportage non si limita a ricordare il crollo del ghiacciaio, ma inserisce l’episodio nel più ampio contesto storico e sociale dell’emigrazione italiana, collegandolo anche alle esperienze più recenti di chi continua a trasferirsi in Svizzera per lavoro. L’intento è quello di commemorare le vittime e, al tempo stesso, riflettere sulla condizione dei lavoratori migranti, ieri come oggi.

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