Quando frequentavo la scuola di tecnico della moda prima e di stilista poi, il sogno di tutte noi studentesse era quello raggiungere l’eleganza e la perfezione dei capi di Giorgio Armani. Non era assolutamente facile e, se i tessuti non erano certamente di alta qualità viste le nostre scarse disponibilità economiche, cercavamo di avvicinarci alle creazioni del Maestro imitando i tagli perfetti di blazer, camicie e pantaloni che ammiravamo nelle riviste di moda. Nessuna di noi è diventata una grande stilista, ma molte lavorano nel modo fashion e credo fermamente che lo stile di Armani abbia in qualche modo influenzato la nostra formazione. Il saper togliere, quell’idea di essenzialità, il rifiuto di orpelli e la ricerca di una bellezza che è sempre attuale sono alla base del suo stile.
Era il luglio del 1975, quando a Milano, nacque la Giorgio Armani S.p.A., fondata dallo stilista, nato a Piacenza nel 1934, e dal compagno di vita e lavoro Sergio Galeotti. Non era nato solo un marchio, ma la creazione di un’estetica che avrebbe trasformato in profondità l’immaginario della moda italiana e internazionale. Tra i festeggiamenti per il 50° della maison, il 24 settembre, la Pinacoteca di Brera, luogo simbolo dell’arte classica, ospiterà per la prima volta una mostra di moda con 150 look d’archivio, che saranno allestiti tra dipinti e sculture, un mix tra arte di ieri e moda di oggi, che celebra la coerenza stilistica e la fedeltà a un’estetica elegante. Lui che tra genio e disciplina inventò la parola “stilista”: “Non sono né un couturier, né un sarto. Sono uno che crea uno stile”.

Armani ha interpretato le esigenze di una società in continua evoluzione, che manifestava il desiderio di cambiamento e leggerezza regalando alle donne un guardaroba che rispecchiasse la loro emancipazione e agli uomini una nuova morbidezza delle silhouette. “Lo stile è avere coraggio delle proprie scelte, e anche quello di dire di no. È trovare la novità e l’invenzione senza ricorrere alla stravaganza”.
Ecco perché a distanza di 50 anni lo stile di Armani continua a essere attuale, desiderato e imitato, ma mai davvero eguagliato. Lui ha reso l’eleganza un codice universale grazie a una visione profonda, frutto di un’educazione rigorosa, di una disciplina interiore che fa della sobrietà un atto estetico e culturale. Ci mancherà la sua uscita a fine sfilata quando con passo incerto e sguardo riconoscente alzava le mani per salutare tutti quelli che avevano avuto l’onore di essere presenti e soprattutto di lavorare con lui.
di Giovanna Sitran
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