La comunità di Cadola ha festeggiato don Giuseppe De Biasio in occasione di due anniversari: i cinquant’anni di sacerdozio e i venticinque anni di servizio pastorale nella parrocchia. Nel tempo si sono aggiunte anche le comunità di Col di Cugnan e di Quantin, affidate alla sua cura.
La giornata di festa è stata accompagnata da una grande partecipazione di parrocchiani. L’apertura della porta principale della chiesa ha dato avvio alle celebrazioni, richiamando per un momento il rito giubilare. Numerosi i giovani presenti, con in prima fila il gruppo degli animatori in maglietta arancione, impegnati durante l’anno nell’organizzazione del Grest, dei campeggi a passo Cereda, della catechesi e di altre attività. Qualcuno ha ricordato l’ingresso del sacerdote a Cadola, venticinque anni fa, quando un giovane aveva osservato che il nuovo parroco portava con sé «il breviario e gli sci».
Durante la celebrazione sono state ripercorse le tappe del ministero di don De Biasio: gli inizi come cappellano a Castion, Sospirolo e Cortina, quindi parroco a Caviola e infine l’arrivo a Cadola. Non sono mancati i ricordi personali, come quello legato a zia Colomba, che lo ha affiancato nei primi anni di pastorale, oggi sostituita da Celestina.
Il sacerdote ha rievocato con un sorriso un episodio della sua giovinezza, quando, appena arrivato a Castion, una parrocchiana si stupì della sua età. «Non si preoccupi – rispose allora – la giovinezza è una malattia che si cura con il tempo».
I collaboratori hanno voluto sottolineare il contributo dei gruppi parrocchiali, dal coro a chi si occupa della pulizia e della cura della chiesa, ricordando anche il sostegno costante di don Alfredo Levis. Un ringraziamento speciale è andato al gruppo degli animatori, che ha curato il rinfresco conclusivo della giornata.
La festa per i due giubilei ha confermato il legame tra il parroco e la comunità, che lo accompagna ormai da un quarto di secolo.
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