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venerdì 5 Dicembre 2025,

Borgo Valbelluna, il Consiglio comunale affronta la sostenibilità delle Rsa

L’Amministrazione e il Consiglio comunale vogliono promuovere, insieme agli altri Comuni della provincia, iniziative per ottenere risorse adeguate e il riconoscimento della specificità montana del territorio.

Durante la seduta del Consiglio comunale di Borgo Valbelluna, svoltasi nella serata di giovedì 18 settembre, è stato approvato all’unanimità un ordine del giorno dedicato alla sostenibilità attuale e futura dei servizi residenziali per anziani non autosufficienti. Il tema nasce dalla crescente criticità che interessa le Rsa nella provincia di Belluno.

Il territorio locale si trova a dover gestire alcune peculiarità che incidono in modo significativo sulla sostenibilità delle rette delle strutture. Tra queste, si evidenzia un indice di vecchiaia superiore rispetto al resto della regione Veneto, che comporta una maggiore richiesta di posti letto per persone non autosufficienti. Si aggiungono le difficoltà nel reperire e fidelizzare personale qualificato, soprattutto se proveniente da fuori provincia, con conseguente stipula di contratti spesso onerosi per le strutture. Anche i costi fissi di gestione, come quelli legati al riscaldamento e alle difficoltà logistiche, rappresentano un ulteriore elemento di pressione.

Nonostante queste criticità, la media delle rette giornaliere nelle strutture della provincia risulta la più bassa del Veneto: con impegnativa di residenzialità si parla di 55,09 euro contro i 63,99 della media regionale, mentre senza impegnativa la cifra è di 84,01 euro contro i 91,03. Il costo effettivo stimato per un posto letto si aggira comunque tra i 110 e i 120 euro.

A complicare ulteriormente la situazione, la Regione ha modificato il sistema di finanziamento, introducendo la “budgetizzazione”. Questo sistema prevede un budget per ogni struttura, calcolato su un indice di copertura con impegnativa di residenzialità pari all’87% dei posti letto rispetto al totale dei posti accreditati. Tale scelta potrebbe comportare per le famiglie la necessità di sostenere il costo della retta privata, che, in alcuni casi, potrebbe ricadere anche sui Comuni, secondo quanto previsto dall’articolo 4 della legge 328/2000.

Per garantire la sostenibilità delle Rsa, l’Amministrazione stima siano necessarie risorse aggiuntive e continuative pari a 5,5 milioni di euro annui.

L’assessora alle Politiche sociali Chiara Cesa sottolinea: «Sappiamo che la rete delle Rsa è un presidio indispensabile. Mantenere un adeguato livello di servizi, prestazioni, cure e sollievo alle famiglie deve essere obiettivo prioritario e responsabilità condivisa da tutti i Comuni della Provincia, non solo dei Comuni che hanno una Rsa nel proprio territorio». Cesa aggiunge inoltre che «le strutture sono spesso di costruzione datata e necessitano di interventi di adeguamento e messa in sicurezza sismica, riqualificazione energetica e di adattamento alle nuove necessità assistenziali di una popolazione sempre più anziana e fragile».

L’Amministrazione comunale, con il sostegno del Consiglio, ritiene quindi opportuno promuovere, insieme agli altri Comuni della provincia, iniziative coordinate verso la Regione e gli enti competenti, per ottenere risorse adeguate e il riconoscimento della specificità montana del territorio. Tra le proposte, anche la valorizzazione stabile degli extra canoni idrici derivanti dalla monetizzazione integrale della fornitura gratuita di energia elettrica.

Infine, viene richiesta la copertura del fabbisogno teorico dei posti letto con impegnativa di residenzialità, una revisione dei criteri di finanziamento e la disponibilità di risorse dedicate e stabili per l’adeguamento sismico e l’ammodernamento funzionale delle strutture residenziali per anziani.

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