Le micro e piccole imprese della provincia di Belluno sono tra le più penalizzate in Italia per i costi dell’energia elettrica. A lanciare l’allarme sono stati Claudia Scarzanella e Michele Basso, presidente e direttore di Confartigianato Imprese Belluno, durante la 21ª convention “Energies and Transition Confartigianato High School” a Domus de Maria, in Sardegna.
Secondo i dati elaborati dal centro studi di Confartigianato, nel 2024 le micro e piccole aziende italiane hanno sostenuto 8,8 miliardi di euro per l’elettricità, con un extra-costo di 1,6 miliardi rispetto alla media europea. In Veneto, la spesa aggiuntiva è stata di 231 milioni di euro, di cui 37 milioni a Belluno, con 7 milioni di extra-costi rispetto all’Ue.
Il prezzo medio per kWh per le micro e piccole imprese italiane è di 28 centesimi, superiore del 22,5% alla media europea, a causa soprattutto del prelievo fiscale e parafiscale, più che doppio (+117,4%) rispetto alla media Ue. «Il paradosso – sottolinea Basso – è che le grandi imprese energivore hanno un carico fiscale più leggero del 19,6% rispetto all’Europa, nonostante i consumi più elevati».
Scarzanella sottolinea che «un surplus del 22,5% sui costi dell’energia riduce la competitività delle piccole imprese, che costituiscono la maggior parte delle aziende italiane. Servono regole chiare ed eque».
Confartigianato evidenzia inoltre le iniziative concrete a supporto delle imprese: in Veneto e nel Bellunese operano il Consorzio energia Caem e la Comunità energetica A-Certa, strumenti che aiutano le aziende a contenere i costi energetici e a pianificare con maggiore sicurezza gli investimenti futuri.
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