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lunedì 15 Dicembre 2025,

Istituto Follador De Rossi, il caso arriva al Tar

Il ricorso contesta le determinazioni della dirigente scolastica che, secondo i ricorrenti, ha modificato l’orario scolastico senza il coinvolgimento degli organi collegiali.

Dopo settimane di proteste e assemblee pubbliche, la vicenda dell’Istituto “Follador – De Rossi” di Agordo approda al Tribunale Amministrativo Regionale. Nella giornata del 31 ottobre è stato depositato un ricorso al Tar del Veneto, firmato dagli avvocati Livio Viel e Andrea Rui per conto di un nutrito gruppo di genitori: si parla di 185 famiglie coinvolte.

Il ricorso contesta tre determinazioni della dirigente scolastica Antonella Pacieri, datate 2 settembre, 2 ottobre e 18 ottobre 2025, con cui è stato modificato l’orario scolastico. Secondo i ricorrenti, le decisioni sarebbero state adottate senza il coinvolgimento degli organi collegiali, in violazione delle regole sull’autonomia scolastica.

Le modifiche riguardano il ritorno alle lezioni di 60 minuti e l’introduzione della cosiddetta “settimana lunga”, con attività anche al sabato e rientri pomeridiani. Un cambiamento che ha sostituito un modello organizzativo in vigore da anni, basato su lezioni di 50 minuti e una settimana corta calibrata sulle difficoltà logistiche del territorio. L’istituto agordino, che accoglie oltre 500 studenti provenienti da un’area montana priva di collegamenti ferroviari, aveva infatti adottato un orario più flessibile per agevolare spostamenti e impegni familiari.

Nonostante il Consiglio d’Istituto avesse respinto più volte le proposte di modifica, la dirigente ha disposto unilateralmente il nuovo orario a pochi giorni dall’inizio delle lezioni, sostenendo la necessità di rispettare il monte ore ordinamentale e affermando che «non si ravvisano per la quasi totalità degli alunni problematiche oggettive e documentate» legate ai trasporti.

La misura, pubblicata il 9 settembre, ha suscitato malumori tra studenti, famiglie e personale, che lamentano disagi organizzativi, costi aggiuntivi e difficoltà nel conciliare studio e attività sportive. La Provincia di Belluno e la società di trasporto Dolomitibus sono state costrette a rivedere parte dei servizi per adeguarsi ai nuovi orari.

A seguito delle proteste e delle segnalazioni al Garante dei Diritti della Persona della Regione Veneto, la dirigente ha emanato due ulteriori determinazioni per confermare le scelte già adottate, richiamando presunti poteri “sostitutivi” necessari a garantire la continuità del servizio scolastico. Secondo i ricorrenti, si tratta però di atti privi di una reale istruttoria e adottati in assenza di emergenze tali da giustificare un intervento d’urgenza.

Nel ricorso si sottolinea che, in base alla normativa vigente, l’organizzazione dell’orario scolastico rientra tra le competenze degli organi collegiali. La dirigente, sostituendosi a tali organi, avrebbe quindi agito oltre i propri poteri. Si contesta anche la violazione del principio del contrarius actus, poiché la delibera del 2020 che sostenne l’orario con moduli da 50 minuti per esigenze legate ai trasporti non è mai stata revocata né modificata formalmente.

Le famiglie richiamano inoltre i principi costituzionali di uguaglianza e diritto allo studio, sostenendo che la nuova organizzazione penalizzi in particolare gli studenti pendolari e sportivi, e lamentano la mancanza di dati concreti a sostegno delle decisioni prese. La comunicazione delle determine, avvenuta in orari serali e con effetto immediato, viene ritenuta contraria ai principi di trasparenza e partecipazione procedimentale previsti dalla legge 241/1990.

Secondo i legali, il provvedimento presenta «vizi di incompetenza, difetto di motivazione e sviamento di funzione». Nel ricorso si chiede la sospensione cautelare delle tre determine e il ripristino dell’orario approvato nel 2020, ancora formalmente vigente, in attesa della decisione di merito.

Da settimane il caso del Follador De Rossi ha acceso il dibattito, soprattutto perché le scelte organizzative incidono su diritti e consuetudini consolidate all’interno delle comunità locali.

Non sono mancate nelle ultime settimane le voci di quanti hanno difeso l’operato della Dirigente, cioè alcuni colleghi dirigenti, in servizio o pensionati. Resta però un clima di tensione che attraversa il corpo docente e le famiglie, situazione che certo non giova a una serena attività didattica.

Si attende ora il pronunciamento del TAR: poiché nel ricorso è chiesta una misura cautelare è prevedibile un’udienza entro venti giorni dal deposito del ricorso.

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5 commenti

  • Essendo ben 2 … non due mila, non duecento, bensì DUE le voci a sostegno, forse sarebbe stato opportuno dare un’indicazione quantitativa sul consistente appoggio ottenuto dalla dirigente: giusto per diritto/dovere di cronaca!

    • Voci che, senza si fossero informate attentamente, anziché esprimere pareri esclusivamente dettati da una comunanza di ruolo (o ex ruolo), se adesso avessero avuto modo, come me, di leggere il testo del ricorso al TAR, avrebbero certamente evitato di avallare alla cieca la linea scelta dalla dott.ssa Pacieri tantomeno inneggiando ad un presunto, ma quantomeno fuori luogo, ripristino della legalità.

    • Vedremo quando i vostri cari figli avranno a che fare con il proprio datore di lavoro che gli cambierà il turno o l’orario di lavoro…. Ricorso al tar??

  • Non ci resta che attendere. Una decisione che farà giurisprudenza per il futuro.

  • Non è questione di opporsi ai cambiamenti, di stare un’ora in più a scuola o dormire un’ora in meno il sabato, ma di agevolare lo studio e la formazione dei nostri ragazzi, senza sprecare ore in giro o sacrificare attività extra scolastiche altrettanto formative. Ma ancor più è dovere di tutti tutelare un polo scolastico Agordino che sotto questa dirigenza sta perdendo attrattività e sostenibilità, a scapito di tutta la vallata. Spiace quindi anche aver visto la presa di posizione di una personalità locale in difesa della Dirigente e non della Comunità Agordina…

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