Dal 2 dicembre 2025 al 6 gennaio 2026 il Museo d’Arte Moderna Mario Rimoldi di Cortina d’Ampezzo ospita Acciaio eterno, mostra personale di GianPi Manzoni, artista lombardo nato a Oggiono nel 1950. L’esposizione rappresenta una nuova tappa di un ciclo inaugurato a Porto Cervo e presentato in seguito a Sankt Moritz e Gstaad.
Il percorso propone un ampio gruppo di opere: sculture di grandi dimensioni in acciaio, lavori bidimensionali, pitture e composizioni in polimetilmetacrilato. Le sale del Museo Rimoldi accolgono la parte principale della mostra, mentre all’esterno è installato Angeli (2025), intervento scultoreo monumentale collocato a San Vito di Cadore grazie alla disponibilità del sindaco Franco De Bon e del consigliere Antonio Palatini.
Gli orari di apertura sono 10.30-12.30 e 15.30-19.30; chiusura il 15 dicembre e nelle mattine del 25 dicembre e del 1° gennaio.
A introdurre l’universo poetico di Manzoni risuona la frase di Constantin Brancusi: «Non bisogna rispettare le mie sculture, bisogna amarle e voler giocare con loro. Io voglio scolpire forme che possano dar gioia agli uomini». Un richiamo che ben si accorda con l’approccio dell’artista, la cui ricerca nasce da una lunga esperienza nella progettazione d’interni maturata nell’azienda familiare Domusnova, attiva dal 1881 nella produzione di arredi.
Se nella progettazione l’attenzione era rivolta alla scelta dei materiali e alla loro resa formale, oggi l’artista concentra il proprio linguaggio sull’acciaio, materiale eletto per la sua resistenza e per la capacità di restituire luce e movimento. Le lastre in acciaio – in particolare la lega 316L, caratterizzata da alta resistenza alla corrosione – vengono modellate nel suo atelier di Oggiono attraverso piegature, curvature, incisioni e una lucidatura finale a specchio. L’uso di colori come nero profondo o rosso assoluto interviene a modulare l’effetto visivo delle superfici riflettenti.
Opere come Lucifero (2024), Arcangelo (2024) e Mio cuore (2023) mostrano come queste masse metalliche, pur imponenti, siano condotte verso forme verticali e fluide, quasi a cristallizzare un’energia in trasformazione. La stessa tensione formale è evidente in lavori quali Armonia (2023), Vela (2024), Elisse di luce (2022), Moon (2024) e Flash (2024), dove la capacità dell’acciaio di “piegarsi” al gesto creativo sottolinea, allo stesso tempo, l’immaginazione dell’autore nel superarne i limiti strutturali.
La superficie specchiante, elemento ricorrente, modifica l’opera a seconda dell’ambiente, riflettendo colori e presenze circostanti. In questa relazione tra corpo fisico e immagine riflessa, lo spettatore entra a far parte dell’insieme, diventando parte dell’esperienza percettiva. Le sculture assumono così il valore di dispositivi che mettono in scena una realtà duplice, solida e al tempo stesso sfuggente, in linea con una tradizione filosofica che ha indagato il tema del simulacro.
L’immaginario di Manzoni attinge a più registri: dalle forme geometriche e astrali di Tondo (2023), Armonia (2023) e Moon (2024) alle figure simboliche di Lucifero e Arcangelo, fino a soggetti della cultura pop come il cuore, la ballerina o l’automobile Ferrari F40, al centro di un ciclo specifico. La serialità dei profili femminili ricorre in molte opere, con significati diversi: muse, figure mitiche o eroine. Nella grande tela Battaglia (2023) appaiono come guerriere, mentre nelle sculture Oiseau du ciel (2025) e Il volo (2025) assumono forme alate che alludono a un innalzamento dello spirito. Il monumento Angeli (2025), installato a San Vito di Cadore, si collega idealmente a questo percorso e accompagna l’avvicinarsi delle manifestazioni olimpiche di Milano-Cortina 2026.
Con un approccio diretto e una creatività alimentata da entusiasmo e curiosità, GianPi Manzoni invita il pubblico a riconsiderare lo sguardo sul mondo attraverso l’incontro con la materia e con le sue potenzialità trasformative. L’arte diventa così occasione per lasciarsi sorprendere e per ritrovare, nelle forme, un’eco dell’esperienza umana.

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