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mercoledì 18 Giugno 2025,

Comelico, il servizio ambulanza dei Vigili del fuoco non verrà soppresso

Lo ha assicurato oggi, lunedì 30 settembre, il comandante Bentivoglio, nel corso della conferenza stampa convocata dall'Ulss 1 Dolomiti. Il direttore generale Rasi Caldogno, insieme al consigliere regionale Gidoni, ha voluto anche fare alcune precisazioni sull'appalto del punto di primo intervento dell'ospedale di Auronzo.

Punto di primo intervento privatizzato e servizio di ambulanze a rischio, per l’Ulss 1 Dolomiti «le ipotesi complottiste e gli allarmismi fatti circolare in questi giorni sono senza fondamento». Il direttore generale Adriano Rasi Caldogno lo ha ribadito nella conferenza stampa convocata nel pomeriggio di oggi, lunedì 30 settembre. Sul tavolo le questioni che, in questi giorni, hanno “infiammato” la cronaca locale: l’appalto e la privatizzazione del Punto di primo intervento (Ppi) dell’ospedale di Auronzo di Cadore e il rischio di sospensione del servizio di ambulanza portato avanti dai Vigili del fuoco a Santo Stefano.

Servizio ambulanze dei Vigili del fuoco. Partendo da quest’ultimo, al tavolo con Rasi Caldogno c’erano oggi il comandante provinciale dei Vigili, Girolamo Bentivoglio Fiandra, e il suo vice Fabio Calore. «Dobbiamo fare delle precisazioni e tranquillizzare la popolazione del Comelico», ha detto Bentivoglio. «Sulla scorta di accordi e convenzioni siglate con l’azienda sanitaria, è da parecchi anni che i Vigili del fuoco garantiscono un servizio di soccorso sanitario a favore della collettività comeliana. Nel frattempo, tante cose sono cambiate, a partire anche dai regolamenti interni del Comando. È quindi emersa la necessità di rivedere gli accordi. Nessuno ha mai detto di voler togliere il servizio di ambulanze, ma intendiamo semplicemente modificare la convenzione». Il comandante ha ricordato che le competenze dei Vigili del fuoco riguardano il soccorso tecnico: «Quello di tipo sanitario va oltre la nostra attività istituzionale», ha precisato, «e viene portato avanti per generosità. Vogliamo continuare su questa linea, ma le modalità vanno aggiornate, in quanto non possiamo togliere risorse da quello che è il nostro compito precipuo, ossia garantire il soccorso tecnico». In buona sostanza, per il servizio di ambulanze devono arrivare due unità in più. Nel frattempo, anche se i tempi di rafforzamento dell’organico dovessero allungarsi, i Vigili del fuoco continueranno a essere sul campo. «Stiamo lavorando con l’Ulss per trovare le modalità più adatte da inserire nella nuova convenzione, poi ci sarà la firma formale», ha aggiunto Bentivoglio. «Il nostro obiettivo è garantire il massimo dell’efficienza del servizio tecnico e, nello stesso tempo, poter continuare con l’attività delle ambulanze». Nel 2017 i Vigili sono intervenuti per 159 codici gialli e 47 codici rossi. Non molto distanti i numeri dello scorso anno. Nel distretto di Santo Stefano sono operativi 28 agenti e per ogni turno (4 in tutto) ne vengono ganratiti 5, 24 ore su 24 e 365 giorni all’anno. «Per garantire i soccorsi sanitari e non penalizzare quelli tecnici bisogna rivedere le modalità», ha ribadito il comandante. «Speriamo arrivino presto le unità in più necessarie, intanto noi non smettiamo di offrire un lavoro a cui siamo affezionati». «La Regione del Veneto è stata coinvolta sulla questione spese», ha fatto presente il consigliere regionale Franco Gidoni, «il tema riguarda sia l’aspetto sanitario che quello di Protezione civile». «Nel nuovo accordo verranno anche sistemati alcuni tasselli relativi al costo del personale», ha precisato Rasi Caldogno. «Detto questo, le preoccupazioni non hanno alcun fondamento».

Punto di primo intervento di Auronzo. Quel che deve invece preoccupare, ha fatto presente il direttore generale dell’Ulss 1, è la carenza di medici. «Il percorso che è stato intrapreso per il punto di primo intervento di Auronzo è proprio dovuto a questo fattore. Le reazioni degli ultimi giorni mi hanno lasciato sorpreso, in quanto ormai sappiamo tutti che l’organico è estremamente carente», ha affermanto.. Numeri alla mano, l’azienda sanitaria dovrebbe avere circa 63 medici di medicina di accettazione ed emergenza-urgenza. «Attualmente, di ruolo, ne abbiamo 36», ha spiegato. «Con questo organico è difficile andare avanti ed è per questo che abbiamo dovuto procedere con acquisizioni di prestazioni aggiuntive da parte dei medici; con convenzioni con altre aziende sanitarie, specie per l’elisoccorso; con rapporti di lavoro autonomo». Tutte strade che, per il punto di primo intervento di Auronzo, sono già state intraprese. «In buona sostanza, la scelta di indire una gara per l’appalto del servizio è stata determinata dalla volontà di non chiudere il Ppi», ha messo in risalto il direttore generale. «Non è una decisione ideologica, di principio o di privilegio nei confronti di un modello piuttosto che di un altro. Si tratta semplicemente di una necessità operativa per poter garantire il servizio ad Auronzo». Nel Ppi, come spiegato da Giovanni Cipolotti, direttore del Suem, operano 4 medici, di cui la metà sono di fatti assunti a tempo indeterminato e gli altri due sono liberi professionisti. «Professionisti che garantiscono il servizio h 24, tutto l’anno», ha evidenziato Cipolotti. «E ricordiamo che il Ppi non è propriamente un Pronto soccorso, ma un posto di stazionamento dell’ambulanza, dove è sempre presente un medico. Il personale inoltre deve mettersi in rete con le altre strutture e far uscire l’ambulanza in caso di codice rosso». «Nei prossimi mesi ci aspetta una diminuzione dell’organico», ha avvisato Cipolotti, «e il problema è noto: chi sceglie di venire a lavorare in provincia di Belluno, e ancor più nelle aree più periferiche, lo fa perché ha qui le sue radici o perché ama la montagna. I giovani medici preferiscono indirizzarsi verso aziende della pianura». Insomma, per poter far sì che il Ppi di Auronzo continui a funzionare non ci sono in questo momento alternative all’appalto esterno. «Adotteremo la delibera nelle prossime settimane», ha anticipato Rasi. «Ci saranno poi i tempi previste dalle normative sugli appalti e quelli per presentare l’offerta. L’operazione dovrebbe concludersi entro giugno del prossimo anno». La base d’asta è di un milione all’anno per 5 anni. L’appalto sarà per 6 medici. «Se nel frattempo la situazione dovesse cambiare, ossia se arrivassero nuovi medici, è chiaro che preferiremmo bloccare l’operazione. Se qualcuno dovesse avere altre soluzioni si faccia avanti. Noi non possiamo aspettare “Godot” e mettere a repentaglio il servizio. Abbiamo il dovere di provarle tutte prima di chiudere le serrande». Rasi ha lanciato un appello ai rappresentanti bellunesi a Roma: «Bisogna fare presto e mettere in campo delle azioni. Sono anni che facciamo presente la forte criticità dovuta agli organici». Gidoni ha voluto precisare che il Ppi di Auronzo è inserico nelle schedere operative del Piano socio-sanitario e che quindi è previsto dalla legge regionale. «Parlare di un progressivo smantellamento della sanità in montagna è un’elucubrazione mentale», ha detto, «così come quella che si voglia chiudere l’ospedale di comunità. I 21 posti non verranno toccati. E sono illazioni quelle relative a una presunta privatizzazione dell’ospedale di Agordo. Perché la Regione sta investendo 15 milioni sulla struttura?».

La convenzione con Luxottica. La carenza di personale medico è stato anche il motivo che a spinto l’Ulls a sospondere le prenotazioni per l’esecuzione del check up ai lavoratori dai 40 ai 50 anni di Luxottica. Una scelta denunciata dai sindacati. «La convenzione tra l’azienda sanitaria e Luxottica era stata siglata l’8 novembre 2018», ha ricordato Rasi. «Pur trattandosi di un’attività extraaziendale, la abbiamo portata avanti volentieri, soprattutto per andare incontro a un’esigenza che ci era stata manifestata. Eravamo riusciti a regalare questo servizio sanitario prima ai dipendenti dai 40 ai 49 anni, poi anche a quelli dai 50 anni in su. Non era stato facile questo percorso, ma alla fine eravamo contenti per essere riusciti a realizzarlo». «Purtroppo, vista la mancanza del personale medico, le tante prenotazioni (177 alla data del 20 settembre, di cui erogate finora solo 42, ndr) rischiavano di interferire con l’attività istituzionale, che è prioritaria, quindi siano stati costretti a sospendere ulteriori prenotazioni per i dipendenti dello stabilimento dell’occhialeria», ha proseguito. «Gli appuntamenti già presi», rassicura il dg, «saranno evasi nei tempi e nei modi possibili dalle nostre strutture. Mi auguro che la sospensione sia temporanea e che nell’avvenire si possa riprendere l’attività».

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