Nell’incontro tenutosi ieri, giovedì 24 ottobre, a Roma, nella sede del Ministero dello sviluppo economico, i vertici della Wanbao Acc di Mel hanno comunicato la decisione di vendere lo stabilimento zumellese, che conta quasi 300 dipendenti, e di farlo nel giro di 7 mesi dal momento che a disposizione ci sono ancora 5 milioni e le perdite ammontano a 700mila euro al mese.
A fronte di questa presa di posizione il ministro bellunese Federico D’Incà, dopo aver partecipato all’incontro, si è detto «profondamente deluso» perché era convinto «che avremmo trovato una soluzione diversa, invece rischiamo di uscire perdenti da una sfida in cui tutti abbiamo creduto, fin da quando è iniziata nel 2014. Penso che i vertici aziendali della Wanbao stiano perdendo la credibilità di fronte al Paese intero», ha continuato, «il settore non è morto: ci sono delle potenzialità in cui oggi noi crediamo, la dirigenza dell’azienda deve farsi carico di ogni iniziativa per la corretta risoluzione della crisi. Quello che sta succedendo non è tollerato dal nostro Governo».
Secondo il ministro D’Incà, ci sono due passaggi fondamentali da mettere in pratica. Il primo è quello di inserire, oltre alla società già incaricata, anche il commissario straordinario Maurizio Castro all’interno dei consulenti Wanbao che stanno cercando un nuovo acquirente per l’impianto di Mel perché Castro ha dato già in passato ampia dimostrazione di capacità nel trovare investitori e soluzioni. Il secondo è quello legato al tempo: non bastano pochi mesi. «Sono trattative lunghe e difficili», sottolinea D’Incà, «ci vogliono almeno 18 mesi come spazio temporale per mettere in sicurezza l’impianto, per trovare una soluzione alla problematica attraverso un nuovo acquirente. L’ho ripetuto più volte alla dirigenza e continuerò a farlo in ogni luogo di discussione».
Secondo l’assessore veneto al lavoro Elena Donazzan, i vertici di Wanbao «hanno disatteso gli impegni che si erano assunti con le istituzioni locali, regionali e nazionali e con i lavoratori» e ora devono fare in modo «di uscire da questa situazione operando concretamente per la cessione del sito di Mel a un nuovo soggetto industriale che sia davvero in grado di valorizzarne le effettive potenzialità, salvaguardando gli attuali asset aziendali e le competenze professionali dei dipendenti».
«Regione, amministrazioni locali, il governo attraverso il Ministero dello sviluppo economico e ora anche il ministro per i rapporti con il parlamento, Federico D’Incà, dipendenti, parti sociali, si sono convintamente impegnati a sostegno del rilancio industriale sin dal momento in cui il sito di Mel venne acquisito – ricorda l’assessore – e ognuno ha messo a disposizione gli strumenti di propria competenza per sostenere questa azienda. Per parte nostra abbiamo offerto supporto sulla formazione di lavoratori, sulla ricerca e lo sviluppo, elementi essenziali per assicurarne un futuro certo e duraturo. Tutto ciò, purtroppo, è stato vanificato dal disimpegno del gruppo cinese».
«I compressori prodotti a Mel – conclude Donazzan – appartengono a quel comparto produttivo degli elettrodomestici che in Veneto annovera grandi aziende e risulta essere dinamico e vitale. Se non si vogliono compromettere i rapporti commerciali ed economici tra la nostra regione e quella di Guangzhou, con la quale abbiamo iniziato percorsi comuni e di reciproco interesse, è imprescindibile che Wanbao garantisca tutta la collaborazione affinché lo stabilimento sia ceduto a un nuovo soggetto affidabile e in grado di mettere a frutto le opportunità che avevamo offerto alla proprietà cinese, la quale, purtroppo, non le ha utilizzate».
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