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lunedì 15 Dicembre 2025,

Privatizzazione del Ppi di Auronzo, i sindacati chiedono un incontro urgente

Fp Cgil Belluno e Nursing Up scrivono all'Ulss, convinti che alcune recenti novità nel panorama sanitario della parte alta della provincia abbiano permesso di far rientrare la necessità di procedere con l'esternalizzazione.

Bisogna procedere con la privatizzazione del Punto di primo intervento e servizio ambulanza 118 di Auronzo di Cadore? No, secondo Fp Cgil Belluno e Nursing Up. I sindacati sono infatti convinti che alcune recenti novità abbiano permesso di far rientrare la necessità di procedere con l’esternalizzazione. «Cinque medici che erano in forza a vario titolo al Punto di primo intervento di Cortina, a causa dell’esternalizzazione del Codivilla/Putti, saranno a disposizione dell’azienda sanitaria», scrivono i segretari Gianluigi Della Giacoma (Fp Cgil) e Lorella Vidori (Nursing Up). «Queste figure potranno quindi essere messe di turno sia al Ppi di Auronzo sia per potenziare il Pronto soccorso di Pieve di Cadore. Inoltre, dalla privatizzazione di Cortina ci risulta che 16 unità infermieristiche hanno chiesto di essere ricollocate nei presidi cadorini».

Della Giacoma e Vidori hanno scritto qualche giorno fa, il 23 ottobre, ad Adriano Rasi Caldogno, direttore generale dell’Ulss 1 Dolomiti, per ribadire le perplessità relative alla decisione dell’azienda di esternalizzazione Ppi e uscite primarie in ambulanza di Auronzo. E le sigle sindacali chiedono anche «un incontro urgente informativo sulle azioni che questa direzione intende attuare per garantire l’offerta sanitaria del Cadore e quindi essere messi a conoscenza di quali adeguamenti strutturali e tecnologici l’azienda intenda mettere in campo per rende appetibile professionalmente e consolidare la permanenza dei professionisti in un’azione tesa a potenziare e stabilizzare l’offerta sanitaria locale, anche in coerenza con la programmazione regionale prevista dal Pssr, sia per quanto attiene alle strutture ospedaliere, ma anche alle strutture territoriali».

I vertici dell’Ulss, durante una conferenza stampa di un mese fa, avevano sottolineato che la scelta di indire una gara per l’appalto del servizio è stata determinata dalla volontà di non chiudere il Ppi. «Non è una decisione ideologica, di principio o di privilegio nei confronti di un modello piuttosto che di un altro. Si tratta semplicemente di una necessità operativa per poter garantire il servizio ad Auronzo», sottolinea Rasi Caldogno. «C’è un’oggettiva carenza di personale e, per poter far sì che il Ppi di Auronzo continui a funzionare, non ci sono alterantive all’appalto esterno». «Ora l’alternativa c’è», mettono in risalto i sindacati, «ed è data dai 5 medici che erano in forza al Ppi di Cortina e da 16 unità infermieristiche. L’ospedale di Auronzo e l’intero territorio cadorino hanno già subito pesanti razionalizzazioni a scapito di servizi e confort per l’utenza e per i lavoratori. Un territorio già sfavorito morfologicamente e non si può pensare di penalizzarlo in modo ulteriore».

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1 commento

  • Privatizzare la sanità è qualcosa di disumano ed insensato per non usare altri termini. Semmai lo Stato dovrebbe richiamare nella sanità pubblica i medici che sono inseriti nel mondo privato, aggiungo che anche i medici di base dovrebbero essere pubblici come pure le farmacie. Con cio’ lo Stato deve dare un buon stipendio al medico che non deve superare le 5.000 euro al mese anche se si tratta di primario e deve altresi pagargli i corsi di aggiornamento. Credo che uno stipendio cosi farebbe gola a chiunque anche perche fare il medico è una grave responsabilità ed è giusto sostenerlo, non come adesso che ha la possibilità di esercitare la libera professione in piu’ studi e se hai bisogno di una visita devi attendere mesi e magari poi la visita viene fatta in fretta per fare altri pazienti.

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