In dirittura d’arrivo le operazioni per rendere le scuole anti-Covid. Nelle ultime settimane i piccoli lavori di “edilizia leggera” funzionali a creare nuovi spazi utilizzabili all’interno degli Istituti superiori hanno accelerato il ritmo, in modo che le attività didattiche possano riprendere con l’apertura dell’anno scolastico. Vecchi scantinati e magazzini sono stati liberati e riadattati alle esigenze scolastiche. E in un caso (liceo Galilei, a Belluno) anche il vecchio appartamento del custode è stato trasformato in uno spazio adatto alle lezioni. Per alcune scuole, inoltre, verranno acquistati alcuni moduli prefabbricati da installare nei cortili in modo da garantire ulteriori spazi.
«Si tratta di necessità derivanti dalle misure di distanziamento sociale che abbiamo raccolto dai vari dirigenti scolastici ed evaso nella maniera più rapida e funzionale possibile, per garantire il normale funzionamento dell’anno scolastico», spiega la consigliera provinciale delegata a scuola e formazione, che questa mattina ha fatto il punto della situazione con gli uffici di Palazzo Piloni. «L’impegno da parte della Provincia è stato massimo e in tempi molto celeri sono stati assicurati tutti gli spazi necessari. Avevamo a disposizione una dotazione finanziaria di 50 0mila euro dai Fondi Pon e con i lavori di “edilizia leggera” abbiamo speso quasi la totalità della cifra. La Provincia aggiungerà risorse proprie per acquistare alcuni container e garantire anche le ultime esigenze».
In particolare, saranno installati alcuni moduli al Calvi e al Renier (a completamento dei 9 già in dotazione). Inoltre, un modulo con cinque aule più servizi e bidelleria verrà sistemato anche al Galilei, assieme a una tensostruttura che sarà posizionata nel cortile esterno, in modo da ampliare gli spazi disponibili.
«Ovviamente ci auguriamo che tutti questi sforzi possano essere utili per lo svolgimento di un anno scolastico che non potrà non essere particolare e complesso», continua la consigliera delegata. «Per quanto è di nostra competenza, abbiamo fatto il possibile, nell’interesse delle scuole e dei suoi utenti, vale a dire ragazzi e insegnanti».
L’impegno della Provincia va anche oltre l’edilizia scolastica e punta ad assicurare un’offerta didattica ampia anche nelle scuole più periferiche. Per questo motivo stamattina la consigliera delegata ha incontrato il dirigente dell’Ufficio Scolastico Territoriale per parlare degli Istituti comprensivi con l’indirizzo musicale, che nel Bellunese contano soltanto 26 cattedre (contro le 41 di Rovigo e le 99 di Treviso, per rimanere in ambito veneto).
«Abbiamo molti Istituti con indirizzo musicale, ma perlopiù si tratta di spezzoni orari; quindi, con pochissimi posti», spiega la consigliera provinciale. «D’altra parte in provincia c’è un liceo musicale e quasi ogni Comune ha la banda. Partendo da questi dati, cercheremo assieme all’Ufficio Scolastico Territoriale di completare i corsi che oggi sono spezzati e attivarne di nuovi. Anche nell’ottica di creare un’attrattiva maggiore verso le scuole più periferiche, dove gli Istituti comprensivi rischiano di essere sottodimensionati. Attraverso il potenziamento degli indirizzi musicali possiamo dare un servizio e un’opportunità in più ai territori montani e marginali. Anche in considerazione del fatto che si tratta di percorsi gratuiti, che rientrano all’interno dell’offerta formativa delle scuole. Un modo per coltivare la passione musicale senza dover ricorrere a corsi a pagamento, che richiederebbero spostamenti verso centri più importanti della provincia».
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