«Al termine di questo ennesimo episodio di pesante maltempo dobbiamo rilevare ancora una volta tutte le fragilità della nostra terra, già ferita da Vaia». Lo ha sottolineato oggi il presidente della Provincia, Roberto Padrin, esprimendo anche «un pensiero di vicinanza a tutti coloro che hanno avuto danni e disagi, e a chi al momento si trova fuori casa, sfollato».
«Credo che possiamo ritenerci fortunati per non aver avuto vittime». ha continuato Padrin. «Vista la quantità di frane, la violenza di vento e pioggia, e la situazione neve, direi che è già un primo dato positivo, che mostra anche il grande senso di responsabilità dei Bellunesi. Da Vaia abbiamo imparato molto, dal senso di comunità al valore del volontariato, ma anche il rispetto delle prescrizioni e delle richieste di non spostarsi se non strettamente necessario».
«Ora è cominciata la conta dei danni – ha fatto presente il presidente della Provincia – che sarà inevitabilmente pesantissima, anche perché rischia di essere aggravata dagli eventi meteo dei prossimi giorni. Le previsioni parlano di un ulteriore peggioramento domani e di pioggia e neve anche mercoledì. Per questo rinnovo l’invito: non muovetevi. E ai turisti dico: avremo altre occasioni per ammirare le nostre splendide località, pronte a rinascere con l’appoggio di tutti, come è stato dopo Vaia».
«Stiamo completando i sopralluoghi di giornata, ma serviranno altre uscite per monitorare tutti i dissesti creati dall’ultimo episodio meteo», ha precisato da parte sua il consigliere provinciale Massimo Bortoluzzi. «Tra l’altro, domani è previsto un ulteriore peggioramento e diversi dissesti preoccupano, tant’è che abbiamo già dato incarico ai nostri tecnici di monitorare i fenomeni. Il territorio è in ginocchio e una volta di più si palesa il problema dello spopolamento, che aggrava i problemi creati dal cambiamento climatico».
«Abbiamo bisogno di risorse e mezzi diversi rispetto alla pianura», ha sottolineato ancora Bortoluzzi. «Queste situazioni lo dimostrano in tutta chiarezza. Lancio un grido d’allarme al Governo. E faccio solo un esempio minimo: dal 2014 sono stati azzerati i trasferimenti statali per la viabilità provinciale, che ammontavano a 15 milioni di euro l’anno. Questo significa che la Provincia è costretta a usare altre risorse per le strade, erodendo anche i soldi del demanio idrico che dovrebbero servire per la lotta al dissesto idrogeologico. Ecco cosa intendo quando parlo di risorse. Non ci lamentiamo per niente, ma a ragione veduta».
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