Non c’è alcun dubbio: i monitoraggi eseguiti dimostrano che il benzoapirene proviene anche dalla non corretta combustione domestica. In parole povere, dal non corretto utilizzo delle stufe a legna. «Dobbiamo essere chiari: riconoscere in questo una causa di inquinamento non significa criminalizzare l’utilizzo della biomassa legnosa per il riscaldamento, ma vuol dire incentivarne un utilizzo corretto e promuovere la manutenzione degli impianti», precisa Simone Deola, consigliere della Provincia di Belluno con delega all’ambiente.
Palazzo Piloni, a questo proposito, è capofila del progetto europeo “Life Reduce” che, con il coinvolgimento di Province e Unioni Montane, punta a proporre misure innovative e sperimentali in tema di contenimento dell’inquinamento da benzoapirene. «Non si vuole disincentivare il riscaldamento a legna», ribadisce Deola, «ma insistere sul concetto della corretta combustione». Un tema molto sentito nelle Alpi, perché risulta necessario superare alcune abitudini che oggi sono considerate dannose. Una cattiva o scorretta combustione del legno produce polveri sottili e sostanze tossiche come il benzoapirene, che si liberano nell’aria. L’inversione termica, tipica dei mesi freddi, peggiora la situazione perché “schiaccia a terra” nei fondovalle l’aria inquinata.
«Tramite il progetto “Life Reduce” ci saranno iniziative dedicate all’informazione alla cittadinanza», aggiunge Deola, «con cui si farà tesoro dell’esperienza, già avviata in alcuni comuni, degli sportelli “PubblichEnergie”. Dall’altro lato, non mancheranno studi e monitoraggi sul territorio e tutta una serie di azioni innovative, sfruttando anche le nuove tecnologie per la loro diffusione, che favoriscano la corretta combustione della biomassa legnosa a livello domestico: corretta accensione delle stufe, stagionatura del legno, pulizia e certifazione degli impianti».
In generale, il Settore ambiente della Provincia di Belluno, durante il 2020, non ha subito ritardi, a causa dell’emergenza Covid, nel rilascio di autorizzazioni e nell’avvio di procedimenti. «In campo ambientale è valido il concetto di area vasta, soprattutto per quel che riguarda il tema della qualità dell’aria», dice ancora Deola. «Come Provincia partecipiamo al Comitato di indirizzo e sorveglianza regionale, che va a raccogliere le indicazioni e le prescrizioni che arrivano dai vari livelli istituzionali. L’aspetto più importante che emerge dal tavolo del Bacino padano, e che viene discusso nel Comitato, riguarda le misure che interessano i capoluoghi di provincia e i comuni sopra i 30 mila abitanti nel periodo invernale. Ma è fondamentale lavorare affinché vi sia un’omogeneità di provvedimenti su tutto il territorio, perché gli inquinanti non si fermano ai confini comunali. Bisogna lavorare per bacini omogenei ed è per questo che, a livello provinciale, abbiamo proposto un modello di ordinanza che i Comuni devono adottare per quel che riguarda la combustione all’esterno delle sterpaglie dal 1° ottobre a fine marzo».
Bruciare rami e sterpaglie all’esterno influisce molto sulla qualità dell’aria, specie se si utilizza materiale verde e bagnato. «Nel 2021 sarà importante lavorare ancora di più su corretta informazione e applicazione delle disposizioni», aggiunge, «così come sarà da lavorare con il soggetto che gestirà i rifiuti a livello provinciale, affinché sia garantito il ritiro a domicilio della ramaglia e lo smaltimento negli impianti certificati. Non si può solo vietare, ma è necessario dare ai cittadini un’alternativa valida».
Deola ha poi ricordato il progetto che porterebbe Belluno a essere la prima provincia “carbon neutral” dell’arco alpino, la seconda in Italia dopo Siena. “Carbon Neutral Belluno”, si chiama il progetto: vuol dire che il bilancio delle emissioni inquinanti nell’atmosfera (traffico, industria, riscaldamento) “va in pari” grazie alla qualità dell’ambiente e soprattutto grazie alla presenza dei boschi e del verde. Probabilmente Belluno è già carbon neutral, si tratta di scattare la fotografia dell’esistente e di farla certificare. L’idea viene dai ragazzi bellunesi delle scuole che manifestarono nei Friday for Future. Scuole in Rete per un mondo di solidarietà e pace e Consulta provinciale degli studenti hanno catalizzato le energie positive, trasformandole in un’idea. Che è stata presentata alla politica. Se tutto va bene sarà «importante fare incontri per far capire la valenza di questo marchio, utilizzabile anche dai settori privati produttivi come certificato di qualità di un prodotto, in un territorio che pareggia le emissioni di carbonio».
E se il 2020 è stato l’anno della firma dell’accordo per il ripristino ambientale dell’ex Sap di Fonzaso, l’obiettivo per il 2021 è portare avanti un progetto dedicato alla filiera del legno, sia che si tratti di biomassa che di legno da opera. Scopo ultimo: creare economie, valorizzare il patrimonio boschivo, incentivare il rifornimento di legna stagionata.
Martina Reolon
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3 commenti
Felice
Salve, secondo me non è il legno che inquina L aria, poi prendendo una stufa a norma non costa poco
Pier Luigi
Mi piace molto perché da noi in Toscana non si fa’ molta attenzione a queste cose importanti
Carlo Bevilacqua
La biomassa è il combustibile solido più ecologico che abbiamo a disposizione e la gente cosa fa? Brucia Legna o cippato marci o freschi per produrre benzopirene e pm10 gratuitamente e inutilmente, c’è un sistema semplice e sicuro per scaldarsi con la biomassa senza inquinare inutilmente, bruciare legna o cippato sano e asciutto veramente