Sono state presentate ieri, mercoledì 6 ottobre, le opere del primo stralcio di lavori su Forcella Salvella – Bus del Diau per la mitigazione del rischio di frane a carico dell’abitato di Cancia, frazione di Borca di Cadore. La realizzazione, a opera della Provincia di Belluno, vale oltre quattro milioni di euro, l’intervento completo ai piedi dell’Antelao costerà 7 milioni e mezzo.
La frazione di Cancia è stata storicamente e ripetutamente interessata da fenomeni di colata detritica provenienti dal canalone a monte, chiamato «Rovina di Cancia», che in più occasioni hanno causato vittime. Nel luglio 1737 una colata causò danni ingenti agli abitati di Sala e Resinego, provocando 17 morti. Altre colate importanti risalgono al 27 luglio 1868 e al gennaio 1948, con la distruzione del paese e numerosi morti. Del più recente passato si ricordano i numerosi episodi di innesco della frana avvenuti tra il 1992 e il 1999 (almeno uno all’anno), con accumuli di detriti nel canale, danni a qualche edificio e alla Statale 51 di Alemagna sottostante. L’episodio recente più drammatico risale al 18 luglio 2009, quando la colata detritica raggiunse le abitazioni e provocò due vittime.
Oltre all’abitato di Cancia, la frana minaccia anche la viabilità comunale, in particolare la strada di accesso al villaggio Corte di Cadore, e la strada statale di Alemagna, entrambe a rischio di interruzione.

Fin dal 1987, la Regione Veneto ha realizzato numerose opere di mitigazione, fra cui una piazza di deposito, argini, briglie e soglie in gabbioni lungo l’alveo per ridurre l’erosione, un sistema di due vasche di accumulo a fine canalone e un sistema di drenaggio che porta le acque al vicino Rio Miolei, e da qui al torrente Boite.
Il Comitato tecnico voluto dalla Regione per analizzare a fondo la problematica e individuare le possibili soluzioni strutturali portò alla progettazione degli interventi strutturali di mitigazione del rischio idrogeologico. Il progetto, approvato nel 2009, prevedeva la costruzione di una vasca di accumulo di materiale detritico a valle del canalone, avente una capacità di deposito di oltre 100.000 metri cubi, provvista di sistemi di drenaggio della fase liquida, oltre a opere complementari di stabilizzazione del canalone. Ma il 18 luglio 2009, nell’imminenza dell’appalto dei lavori, si verificò una colata detritica di circa 50.000 metri cubi, trattenuta solo in parte dalle opere provvisorie realizzate, con conseguente cedimento di due file di gabbioni della vasca terminale e la tracimazione di una ingente quantità di miscela altamente fluida che investì alcune abitazioni causando due vittime e molti danni. A seguito dell’evento, la Regione dispose in somma urgenza il ripristino delle opere di difesa, per di mettere provvisoriamente in sicurezza l’abitato di Cancia. E fu mutato il progetto. E il procedimento passò in carico alla Provincia di Belluno: sulla base degli esiti dello studio di fattibilità, completato nel 2012, fu avviato il progetto preliminare, approvato nel 2014, e nel 2015 si verificarono due colate detritiche, la prima il 23 luglio e la seconda il 4 agosto, che depositarono nelle vasche di accumulo quasi 35.000 metri cubi di materiale. Questi eventi fornirono ulteriori dati, informazioni e modellazioni che si ritenne utile considerare nella stesura del progetto definitivo. Nel 2017 Il progetto fu approvato per un importo complessivo di 7.500.000 euro. La Provincia inserì un primo stralcio dei lavori nella programmazione dell’anno 2018 per un importo complessivo di 4.135.000 euro. Il 16 luglio 2019 si è conclusa la procedura di appalto e i lavori sono cominciati all’inizio di settembre. Ieri l’inaugurazione.

Il primo stralcio è consistito in tre interventi. Primo, la realizzazione di una briglia frangicolata «Sabo dam» (detta anche “briglia giapponese”). Si tratta di una opera trasversale di trattenuta in cemento armato di tipo aperto, all’interno della quale sono inseriti elementi in acciaio frangicolata alti all’incirca 6 metri, funzionali a trattenere i massi più grandi della colata. È stata realizzata a monte della ridisegnata confluenza tra il Bus del Diau e la colata detritica e serve a fermare la parte più consistente della colata prima che raggiunga la componente liquida.
Il secondo intervento è stato volto a creare una deviazione del Bus del Diau, con prolungamento del canale e spostamento della confluenza esistente da 1.362 metri fino a 1.260 metri di quota. L’opera ha uno sviluppo complessivo di 330 metri circa, costituito da tre tratti che terminano con tre salti di fondo, l’ultimo dei quali corrisponde alla vasca di dissipazione dell’energia del canale in ingresso.
Terzo, la risagomatura della cosiddetta «Rovina di Cancia»: con questo intervento si intende conferire alle possibili colate detritiche un convogliamento il più possibile centrale rispetto al canalone, evitando il rischio di sormonto. Il tratto interessato dall’operazione ha uno sviluppo di 70 metri circa e una larghezza variabile a seconda della conformazione del terreno (comunque non inferiore a 13 metri). Sono state realizzate anche alcune scogliere in massi ciclopici a protezione degli argini, sia a monte che a valle della briglia frangicolata.
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1 commento
Elio RODRIGUEZ
Sono un appassionato di montagna e in particolare della zona di BORCA DI CADORE. E’ dal 1958 che vengo in vacanza da quelle parti. Prima al Villaggio ENI di CORTE DI CADORE ( sono stato dipendente ENI per 35 anni ) , all’albergo CORTE, poi in villetta coi miei bambini, indi al RESIDENCE CORTE e all’Hotel BOITE. Da quattro anni vado al SAN LEO di VILLANOVA DI CADORE godendomi la vista dei meravigliosi monti ANTELAO, PELMO e SORAPISS e vagabondando in tutta quella zona che conosco molto bene CANCIA compresa. Sono molto lieto della notizia.