Quando si pensa alle Poste vengono alla mente lettere e cartoline, pacchi, postini, vaglia, libretti di risparmio… Raramente invece si pensa ai palazzi che – sottolineano oggi le Poste – sono un patrimonio di rilievo diffuso in tutta Italia con le loro architetture, con le opere d’arte che contengono, con gli arredi che li contraddistinguono. È anche il caso del Palazzo delle Poste di Belluno che quest’anno – proprio oggi, 4 novembre – compie 85 anni.
«Grandioso», venne definito all’epoca dal Gazzettino, enfatizzando così il progetto realizzato dall’architetto Alberto Alpago Novello, con la collaborazione di Ottavio Cabiati.
Costruito in stile Novecento, il palazzo ha sostituito l’edificio delle carceri e alcune abitazioni private preesistenti. Ha tre piani e una pianta regolare e squadrata. Centro del palazzo è la sala per il pubblico a copertura piana, con atrio antistante dal quale si accede a tutti i locali per i servizi ai clienti e alle scale. L’entrata principale è riconoscibile per due archi a tutto sesto alti circa 10 metri.
Il basamento e le facciate sono incorniciati da lastre in calcare di Castellavazzo e intonacate bianche, mentre l’atrio, la sala per il pubblico, gli archi e le pavimentazioni sono in marmo di vari colori con una notevole varietà cromatica, anche negli arredi, senza condizionamenti neoclassici, a contrasto con le linee pacate e sobrie dell’esterno.
I tavoli erano dotati di un’ossatura di ferro e di un’imbottitura di forati per i sostegni e rivestiti in Verde Issoire lucidato. I calamai, disegnati da Alpago Novello, realizzati in marmo nero con il serbatoio della penna profilato in smalto rosso. Gli sgabelli con cuscino in cuoio rosso hanno il supporto in patinato verde. Portacarte e portaombrelli sono in bronzo. I lampadari cilindrici, di grande pregio, sono in vetro di Murano con fasce in ottone, secondo lo stile in voga in quel periodo. Era previsto anche un impianto di inoltro automatico della posta tramite nastro trasportatore, che dalle due buche esterne d’impostazione arrivava fino alla sala dei portalettere: il primo impianto di questo tipo nelle Tre Venezie.
Da non dimenticare infine gli stucchi interni di Napoleone Martinuzzi e i mosaici e le due sculture di Salvatore Saponaro, posizionate sulla facciata esterna del corpo, eseguite in pietra bianca di Pinè e raffiguranti l’Allegoria della Posta.
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