Creatività in fermento, all’Urban Hub di Belluno. Dopo l’installazione «Ecosistemi sonori» con Davide Rizzardi e Alessandro Casol, lo spazio affacciato sulla nuova piazzetta Angelina Zampieri propone per sabato 30 aprile alle 17.30 un nuovo appuntamento. Si parlerà di start up e di produzioni etiche con due giovanissimi bellunesi e con la factory di occhiali Thema Optical.

La montagna, terra di confine da cui si parte più che arrivare, può essere un valore aggiunto per le nuove generazioni? Il confine nord che impone isolamento può diventare stimolo per nuove contaminazioni? Se ne parlerà sabato nella chiacchierata con Gabriele Kratter Stabile e Giovanni de Bona, i giovanissimi fondatori di LabelLess, un brand di abbigliamento street prodotto in modo etico e nato a Caralte.

Un pomeriggio di confronto, di creatività libera e di ispirazione. Come creare una start-up di streetwear eco-etico? Come inventare un brand che è anche una community? E diventare un progetto innovativo di un’occhialeria… LabelLess è un marchio italiano di abbigliamento streetwear etico ed eco-sostenibile concepito da tre ragazzi bellunesi nel luglio del 2020. Fondato poi ufficialmente il 25 gennaio 2021 da Gabriele Kratter Stabile e Giovanni de Bona. Il brand nasce dalla fusione delle loro passioni più profonde: l’attrazione verso la grafica, la fotografia e le arti visive oltre che un’intima connessione con la natura e la montagna; mischiando il tutto con qualche goccio di passione per lo streetwear e la vicinanza all’ambiente dell’hiphop o di altre culture musicali affini i due ragazzi hanno ottenuto capi dal design tipicamente urbano e sperimentale, che si interseca nella trama di tessuti biologici, certificati e sottoposti a criteri etici e produttivi decisamente rigidi.

«Il nostro progetto prende vita a Caralte», spiegano Kratter e de Bona, «un piccolo paesino dolomitico che conta su per giù duecento abitanti, ma che abbiamo sempre animato trasformandolo in un punto di ritrovo e creatività. Eravamo sempre fuori su qualche panchina o in qualche bosco, indipendentemente dalla temperatura o dalle condizioni atmosferiche, a parlare, ascoltare musica o fare qualche scatto. Abitando in un piccolo paesino però, col passare del tempo, di etichette sociali e chiacchiere da bar ce ne siamo sentite accollare parecchie e più volte si sono riflesse nella nostra vita privata così, dopo averci parlato un po’ sopra, abbiamo stampato le prime felpe con l’intento di creare la “divisa” del nostro gruppo e abbiamo scelto di chiamarci LabelLess che vuol dire letteralmente senza etichette. Abbiamo notato che la cosa non si era limitata solo alla nostra cerchia di amici ma al contrario è stata condivisa più del previsto, quindi abbiamo iniziato a lavorare al primo drop ufficiale, scegliendo di mantenere quel nome come bandiera della nostra voce, firma della nostra distinzione».