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lunedì 15 Dicembre 2025,

Addio al giornalista Sergio Sommacal

Si è spento oggi, 20 marzo, all’ospedale S. Orsola di Bologna, dove era ricoverato da qualche mese. Aveva 82 anni

Addio a Sergio Sommacal. Giornalista professionista del Gazzettino, attualmente in pensione, si è spento oggi, 20 marzo, all’ospedale S. Orsola di Bologna. Era stato ricoverato da tempo in quel nosocomio (a Bologna risiedono due figlie, Sara e Stefania), dopo aver subito alla fine dello scorso anno un intervento di protesi a un’anca al S. Martino di Belluno, con conseguenti serie complicazioni che hanno determinato il trasferimento in Emilia Romagna. Il concatenarsi di vari problemi lo ha portato al decesso questa mattina. Nato a Belluno il 17 ottobre 1940, Sommacal aveva 82 anni.

Diplomato perito elettrotecnico all’Itis Segato di Belluno, dopo un breve servizio come insegnante supplente di disegno all’Istituto Minerario Follador di Agordo, all’inizio degli anni ’60 del secolo scorso fu assunto dalla redazione di Belluno de Il Gazzettino per il periodo di praticantato e il successivo passaggio a professionista, quand’era capo cronista Fiorello Zangrando, e con collega Renato Bona. Autore di molti articoli e di interessanti inchieste sul territorio agordino e bellunese, anche di carattere socio-economico e storico, fu poi in servizio sia come redattore che capo cronista in varie redazioni del Triveneto (Pordenone, Padova) per approdare a Venezia, chiamato dall’allora direttore Giorgio Lago accanto al quale svolse per dieci anni l’importante funzione di segretario di redazione. Ritornato a Belluno, fu capocronista della redazione per alcuni anni fino alla pensione.

Nel periodo in cui in cui lavorò al Follador di Agordo, conobbe Massimina Milone, divenuta poi sua moglie, oggi ospite nella casa di famiglia in via Rivabella a Belluno. Grande appassionato di funghi (tante scarpinate sui monti dell’Agordino e del bellunese in genere) e in particolare della montagna, da sempre fedele iscritto alla Sezione agordina del Cai), Sommacal è stato redattore e per due anni (2008-2010) anche direttore editoriale di «Le Dolomiti Bellunesi», la rivista semestrale delle sezioni bellunesi del Club Alpino. È stato autore e ha curato varie pubblicazioni: con il fotografo Bepi Zanfron sul disastro del Vajont del 1963; sull’alluvione del 1966; sulla famiglia Scola sciatori della Val Bióis; sulla vita dell’ostetrica Maria Pollacci e i suoi oltre settemila parti assistiti a domicilio; sulla squadra di calcio del Belluno (sempre negli anni ’60, con Bona e altri colleghi, diede vita al periodico «Gialloblu» a sostegno del Belluno Calcio, allora militante in serie C) e altri. Il suo primo simpatico lavoro, «Chi non beve in compagnia, è un ladro o una… », fu uno spaccato su alcuni caratteristici personaggi tipici della città.

«Ho una grande tristezza nel parlare di un amico carissimo e fraterno, e di un collega straordinario; con lui se ne va un pezzo della mia vita», il ricordo commosso di Francesco Jori. Oltre alla moglie Massimina, Sommacal lascia le figlie Stefania e Sara, che vivono a Bologna, il figlio Silvano, che vive in Australia, e diversi nipoti. Dopo la cremazione, in forma strettamente privata per volontà del defunto, le sue ceneri saranno poi deposte nel cimitero di Cusighe di Belluno, dove è sepolta la sorella Maria.

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