Ieri, martedì 30 maggio, ha compiuto 102 anni il generale Lorenzo Cappello. Tra i molti messaggi di auguri, via Facebook gli sono giunti anche quelli del Centro addestramento alpino della Polizia di Stato di Moena e da tutto il personale della Polizia di Trento: il generale infatti inaugurò la Scuola alpina della Polizia di Moena il 17 luglio 1967. Lorenzo Cappello è bellunese, è nato il 30 maggio 1921 a Trichiana, il padre si chiamava Cesare ed era segretario comunale. Cesare come uno dei figli del generale Lorenzo Cappello, il giornalista Cesare, già collaboratore dell’Amico del Popolo per la sezione fotografica, ora autore di importanti coperture giornalistiche per conto della Rai (qui una nostra videointervista a Cesare, al tempo del lockdown per il covid). Il nonno del generale Cappello si chiamava Lorenzo come lui, era il proprietario dell’antico ristorante di Mel.
La lunga vita del generale Lorenzo Cappello è stata ripercorsa in un corposo articolo a firma di Roberto De Nart su BellunoPress che proprio Cesare ci indica per ricostruirne la vicenda. Ottenuta la maturità classica, Lorenzo si iscrisse all’Università di Padova, facoltà di Chimica, ma nel febbraio 1941 iniziò il servizio militare, che svolse ad Aosta alla Scuola militare alpina: divenne così ufficiale e fu assegnato al Battaglione Feltre. Poi scese in Campania e successivamente tornò al Nord, a Trento, come sottotenente, poi a Corvara come istruttore alla scuola di sci degli Alpini.
Erano gli anni della seconda guerra mondiale, Lorenzo era preoccupato per il fratello farmacista Guglielmo, anch’egli militare, partito per la campagna di Russia. Non ne aveva notizia da molto tempo e così domandò di poter partire anch’egli, ma il sorteggio lo assegnò al servizio in Montenegro. Il fratello Guglielmo perse la vita durante la campagna di Russia, Lorenzo invece uscì salvo dalle operazioni a cui era stato assegnato.
L’armistizio dell’8 settembre 1943 lo colse in Francia, in Savoia. Con i suoi commilitoni venne catturato dai tedeschi, li dichiararono prigionieri. Riuscì a fuggire sfondando il tetto delle scuderie della caserma e per una settimana rimase nascosto in un fienile dalle parti di Grenoble. Una ragazza gli procurò una carta d’identità falsa e per un anno, sotto le spoglie di un cittadino corso, lavorò come boscaiolo e come operaio in miniera.
Conobbe una giovane francese ma la guerra costrinse lei a rientrare a Parigi. Tornò però a Grenoble per ritrovare Lorenzo e portarlo con sé nella capitale, i tedeschi non si insospettirono per i documenti falsi e il trasferimento riuscì. Visse in una casa vicina all’Arco di Trionfo per alcuni mesi, fino al matrimonio con Janine. Ma ci furono problemi con i documenti ufficiali e furono costretti a scappare: tornarono a Grenoble. La guerra andava avanti, Lorenzo Cappello accettò di raccogliere i fuoriusciti italiani per combattere a fianco degli Alleati e in un mese riuscì a organizzare un battaglione di settecento uomini, metà italiani e metà italo-francesi.
Passarono in Italia e a Torino venne informato del concorso per entrare in Polizia. Lo superò, divenne ufficiale e si iscrisse facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Torino. Da Janine nacquero due figli, ma la moglie morì a nemmeno 40 anni. Nel 1960 Lorenzo Cappello si sposò con Emmalina, visse a Mel ed ebbe altri due figli.
Tanti auguri, generale Cappello!
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