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venerdì 5 Dicembre 2025,

Lavoro in provincia nel primo semestre 2019, per la Cgil dati non del tutto incoraggianti

Una riflessione è fatta da Mauro De Carli, segretario del sindacato.

Lavoro in provincia, il panorama è fatto di luci e ombre. A sottolinearlo è Mauro De Carli, segretario generale della Cgil di Belluno. «Oggi che l’accordo di Luxottica è sulla bocca di tutti, anche se ricordo la posizione politica della Filctem Cgil e della Cgil di Belluno che insistono nel richiedere la validazione del testo per il tramite del voto dei lavoratori (sia direttamente assunti dall’azienda che dei somministrati), il mondo bellunese si accorge delle profonde differenze che stanno dentro le dinamiche del mercato del lavoro», fa notare De Carli. «Espressione già di per sé pesante, poiché paragona lavoratrici e lavoratori a una sorta di “merce” e non coglie quell’insieme di potenzialità umane e professionali come invece dovrebbe essere. Inoltre, lascia soprattutto in secondo piano necessità e bisogni di donne e uomini che nel lavoro intravedono la costruzione della propria vita».

«Invece, come proprio per un mercato, andiamo a leggere i “flussi” come indicatori dei meccanismi del sistema produttivo, se lo stesso regge o se invece si modifica, se l’economia tiene o se insistono preoccupazioni sul futuro», aggiunge portando qualche dato. «Il raffronto tra il primo trimestre 2019 e l’ultimo del 2018 in effetti alcuni segnali sembra delinearli. Il numero complessivo delle assunzioni è notevolmente ridotto, 6.465 contro le 10.240 della fine 2018 (per altro il dato di fine 2018 è “drogato” dalla storica apertura della stagione turistica invernale). Se si fa un paragone con gli stessi periodi degli precedenti, emerge una flessione complessiva delle assunzioni. In particolare, calano in modo vistoso i contratti a tempo determinato, flessione che parte già nel corso del 2018 (-205 pari a -5,7% su inizio 2018), cala anche l’utilizzo complessivo del lavoro somministrato (-1035 addetti pari a -43,2%, raffronto tra inizio 2019 su inizio 2018), fatta eccezione per il lavoro somministrato a tempo indeterminato che invece cresce».

Aumenta inoltre il numero dei contratti a tempo indeterminato, sia nell’ultimo trimestre del 2018 sia a inizio 2019. «In particolare a marzo 2019 registriamo 1210 nuove assunzioni a tempo indeterminato, a cui si aggiungono ben 980 trasformazioni definitive da altre tipologie di contratti», dice ancora De Carli. «Il tutto procura un saldo, cioè un aumento definitivo, di ben 970 dipendenti con contratto fisso». «La lettura di questi dati, presi complessivamente, sembra essere molto semplice», commenta. «Esiste una preoccupazione del mondo imprenditoriale circa la mancata crescita, mentre l’abbinata tra gli obblighi del Decreto Dignità, che trova applicazione definitiva a novembre 2018, con la fase di fine durata del boom dei contratti a tempo determinato stipulati negli anni precedenti ha “costretto” e favorito la scelta di trasformazione, forse per non perdere le professionalità già formate in azienda».

Scavando più a fondo, però, si nota «il continuo declino per tutto il 2018 dell’utilizzo di somministrati nel settore dei servizi (“solo” 450 nel 2019 quando invece erano 730 a inizio 2018), e quel che inoltre ci dovrebbe far pensare è la fase di crescita per tutto il 2018 e confermata nel 2019 per il settore occhialeria (525 nel primo trimestre 2019, contro la media di 435 dell’intero 2018), in parallelo a quella di calo, sempre dei somministrati, nel metalmeccanico (“solo” 210 nel 2019, contro una media di 485 nel 2018.

«Blocco delle dinamiche di crescita del settore commercio? Stabilità di crescita del metalmeccanico e prospettive di sviluppo per l’occhialeria?», si chiede De Carli. «Analisi semplicistica, che ha bisogno di conferme a partire dai dati del prossimo trimestre, che registreranno la situazione di metà anno».

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