La riqualificazione dell’Iti Segato di Belluno completerà i lotti 1 e 2, ma non il terzo stralcio di interventi. La Provincia di Belluno infatti, a seguito delle numerose e forti proteste da parte di insegnanti e operatori scolastici, ha deciso di rinunciare formalmente al finanziamento Pnrr vinto per la progettazione dell’intervento. E contestualmente chiede di spostare le risorse – 7,1 milioni di euro – scorrendo la graduatoria che vede in posizione utile un’altra scuola bellunese, il liceo Renier.
«È un peccato dover interrompere la riqualificazione completa del Segato, avviata con i lavori dei lotti 1 e 2. Ma la situazione che si è creata ci impone uno stop», afferma il presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin. «A seguito dei finanziamenti Pnrr sull’Istituto, che ammontano a quasi 15 milioni di euro, abbiamo condiviso con la dirigenza della scuola il percorso di progettazione e realizzazione degli interventi. Insegnanti e personale dell’istituto hanno mostrato forti perplessità sui lavori e sulla gestione dei cantieri. L’Amministrazione provinciale non può mostrarsi insensibile di fronte alle preoccupazioni manifestate in più occasioni e per questo abbiamo deciso di fermarci ai primi due lotti».
GLI INTERVENTI
La riqualificazione del Segato era stata progettata in tre lotti distinti. I primi due sono in fase di avvio, per un investimento complessivo di 7,7 milioni di euro, finanziati interamente dal Pnrr. Si tratta di demolizione e ricostruzione del corpo di fabbrica che si affaccia su Piazza Piloni e di una struttura annessa interna, con cronoprogramma di circa due anni.
Il terzo lotto invece aveva in programma la demolizione e ricostruzione, con conseguente riqualificazione e adeguamento sismico ed energetico, dell’edificio su via Caffi, oggi sede delle officine della scuola. In questo caso il finanziamento Pnrr è di 7,1 milioni di euro.
«Le perplessità degli insegnanti riguardano il periodo di cantiere e la difficoltà a spostare i macchinari delle officine, che rappresentano la specificità e il fiore all’occhiello dell’offerta formativa del Segato», spiega il presidente Padrin. «Anche a fronte di rassicurazioni sul rispetto dei tempi e su soluzioni alternative per garantire la didattica laboratoriale di officina, non c’è stato modo di superare i dubbi e le contrarietà».
LA NUOVA RICHIESTA
La Provincia chiede ufficialmente al Ministero dell’istruzione e del merito di scorrere la graduatoria, così da utilizzare le risorse Pnrr del terzo lotto del Segato per il primo intervento ammesso a finanziamento, ma non risultato in posizione utile. Si tratta della riqualificazione del Renier, con adeguamento sismico ed efficientamento energetico, del valore di circa 7,9 milioni di euro.
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5 commenti
Francesco
La trovo ridicola la giustificazione non si fanno i lavori….se siamo in difficoltà anche a spostare 4 tornii…come provincia siamo veramente alla frutta…
Francesco
La trovo ridicola la giustificazione non si fanno i lavori….se siamo in difficoltà anche a spostare 4 tornii…come provincia siamo veramente alla frutta.
Francesco
Se ci dite che è possibile fare un commento se poi non parte che lo faccio a fare ???
Francesco
Dimenticavo….questa è lotta dura contro lo spopolamento …. pensate con che risultati
..così un istituto rimesso a metà e l’altro non si può fare niente…se chiedi un finanziamento per una cosa quella deve essere…così abbiamo perso i soldi per la lungimiranza della provincia
Tomaso Pettazzi
12 anni fa avevo proposto la realizzazione di un unico polo scolastico superiore nella ex caserma Fantuzzi (vedasi negli archivi dei giornali) a conoscenza anche di Padrin. Non se ne fece nulla. Spendiamo soldi in mille progetti scoordinati. Questo è il risultato. Trasformando la Fantuzzi tutte le attività scolastiche avrebbero potuto proseguire indisturbate e il trasferimento materiali didattici avvenire con comodo in estate a scuole chiuse. Il politico guarda all’oggi, lo statista al domani. Totò direbbe “mezz’uomini, ominicoli..quaquaraquà”