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martedì 17 Giugno 2025,

Longarone ha abbracciato i soccorritori del Vajont ►FOTO

Il sindaco Padrin: «È da qui che è nato il grande sistema della Protezione Civile».

La tragedia del Vajont è stata molto dolorosa e lunga, ma ha trovato grande sostegno nei tantissimi soccorritori arrivati da tutta Italia e anche da altre parti del mondo. È a loro che Longarone oggi, domenica 8 ottobre, ha dedicato la Giornata del Soccorritore intitolando loro anche il viale che passa davanti alla Fiera, alle scuole medie, all’area sportiva con tre pannelli fotografici giganti che riportano altrettanti momenti significativi della macchina dei soccorsi attiva nelle settimane buie dell’autunno 1963.

La cerimonia di intitolazione è iniziata con il corteo dalla chiesa di Longarone: un lungo serpentone che è passato per il centro cittadino tra gli applausi, fino all’area della fiera, aperto dalla Fanfara dei congedati della Brigata Cadore. Presenti oltre 1.500 persone tra Alpini, Protezione Civile, Croce Rossa, Bersaglieri e altri corpi dell’esercito.

«Il soccorritore è un misto di sensazioni, emozioni, pensieri e soprattutto azioni che si compiono per quella parola magica che si chiama solidarietà, quel sentimento altamente civico e cristiano che si manifesta proprio nell’opera di soccorso. Ma non è solo esempio di efficiente macchina organizzativa, in quella parola c’è un’anima, c’è una passione, c’è senso del dovere e grande sensibilità», ha detto il sindaco di Longarone, Roberto Padrin. «Oggi siamo qui perché abbiamo voluto dedicare a tutti voi, rappresentanti di ogni corpo dello Stato e semplici cittadini, questo viale, che per sempre riconoscerà quello che avete fatto per noi. È il nostro modo per dirvi grazie. Grazie per non averci lasciati soli nel nostro dolore, per averci dato tutto il vostro conforto e per esservi fatti carico di quella parte di tristezza che potevamo condividere intimamente solo con voi. Grazie per aver pianto con noi e per aver stretto forte i nostri bambini, per aver curato le nostre ferite e alleviato il nostro dolore e per averci dato quel sostegno e quella forza senza cui non saremmo mai potuti rinascere».

Il sindaco Padrin ha sottolineato come «il Vajont è quella tragedia che ha fatto emergere la parte peggiore, ma anche la migliore dell’uomo», riferendosi proprio ai soccorritori. «Il disastro del Vajont ha segnato la nascita del sistema nazionale di Protezione Civile, che poi di fatto ha avuto nel terremoto del Friuli il primo sviluppo concreto. Voi ci avete ricordato e ci ricordate che cosa conta davvero».

«Il sistema di Protezione Civile passa per il Vajont e oggi è un’eccellenza mondiale riconosciuta», ha aggiunto l’assessore regionale alla Protezione Civile, Gianpaolo Bottacin. «La cosa più importante è lo spirito di solidarietà, allora come oggi. E non è un caso che in Veneto abbiamo il più alto numero di persone che fanno volontariato in Protezione Civile. I soccorritori sono eroi? Sono professionali, tempestivi. Sono persone normali, che a casa hanno una famiglia e partono senza sapere dove vengono mandati, disponibili 24 ore su 24. Ma soprattutto sono dotati di una grandissima umanità».

Dopo la cerimonia di intitolazione, i soccorritori hanno pranzato tutti insieme nei padiglioni della fiera, dove hanno assistito allo spettacolo teatrale «Stelle nel Fango», tratto dal libro «L’Abbraccio e la parola» di Viviana Capraro, raccolta di testimonianze dei giorni terribili dopo la catastrofe.
Nel pomeriggio nell’area della diga (dove domani arriverà il presidente della Repubblica) si è tenuto il concerto della Fanfara dei congedati della Brigata Cadore.
In mattinata invece la breve e sentita cerimonia in municipio per rinsaldare il gemellaggio tra Longarone e Bagni di Lucca, siglato nel maggio 1964. Un gemellaggio nato da Mario Lena, sindaco della cittadina toscana nel 1963, che ospitò decine di bambini longaronesi – gli orfani e i sopravvissuti del Vajont – nella sua città. Per il Comune toscano era presente il sindaco Paolo Michelini.

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