«Lozza, Safilo Calalzo, Invensys, Ferroli, San Marco, Cot. Olcese, San Remo, Ceramica Dolomite, Zanussi, Lexon, Fedon, Parissenti, Gatto Astucci. Amici e amiche, lavoratrici e lavoratori, Belluno non si arrende!». Con queste parole è iniziato oggi a Mel l’intervento di Rudy Roffarè, segretario generale aggiunto della Cisl Belluno Treviso alla manifestazione unitaria per lo stabilimento Wanbao-Acc.
«Per noi Acc sono 290 famiglie – ha continuato Roffarè – uno stabilimento strategico del freddo legato ad altre aziende. Chiediamo alla proprietà tempo per permettere di portare avanti una importante attività e non perdere altri posti di lavoro in aziende collegate». E ancora: «Noi diciamo basta con acquisti selvaggi per il rapido profitto senza investimenti. Basta farci derubare della nostra storia industriale. Servono investimenti, industria 4.0, ambiente, infrastrutture».
Roffarè ha poi sottolineato: «Abbiamo idee, proposte, contenuti, ma abbiamo bisogno del sostegno della politica, di investimenti pubblici, di avere una idea di futuro. E non mettere vincoli come in Comelico per i collegamenti». Quindi, rivolgendosi ai politici e al Governo: «Senza crescita e senza lavoro, non c’è futuro; calano produzione e produttività industriale; l’economia ristagna e la sfiducia cresce, le aziende rallentano; il salario è fermo e la precarietà aumenta; le nostre aziende depredate e spogliate da multinazionali estere dai facili profitti; c’è una insicurezza sociale che non va bene, che diventa rabbia, che esige risposte concrete. Le persone vogliono sicurezza sociale… La politica non deve muoversi solo quando ci tocca l’emozione del momento, non viviamo solo di emozioni, ma progettiamo, anticipiamo, guardiamo lontano. In questo Paese serve una politica seria, che sappia assumersi le proprie responsabilità, decidere senza che a pesare sia il facile consenso del giorno dopo. Meno slogan e più fatti».
«Anche per questo oggi siamo qui in tanti», ha proseguito Roffarè che nel corso del suo intervento ha indicato anche alcuni obiettivi per la provincia di Belluno sottolineando che per una vera politica industriale servono banda larga, strade, ferrovie, trasporti, scuole. Per un vero rilancio industriale è poi necessario ragionare del tema della professionalità, dell’occupazione, di accompagnare, ri-motivare e formare le figure obsolete (anche per il bisogno di essere attrattivi).
A giudizio di Roffarè serve insomma un nuovo Progetto Montagna, «per dare un futuro alla nostra gente, ai nostri anziani e ai nostri figli». «Serve un colpo d’ala», ha concluso. «Alziamo questa voce! Gridiamolo con forza: Belluno non si arrende!».
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