Una piattaforma di 19 punti con proposte concrete per fermare lo spopolamento, invertendo una tendenza ormai più che decennale. Lunedì il deputato bellunese Roger De Menech ha presentato alla Camera, a nome del Partito Democratico, la mozione per la valorizzazione delle aree interne, rurali e montane.
«La nostra iniziativa», ha detto De Menech nel suo intervento in aula, «tende a uno sviluppo equilibrato di tutto il Paese. Non possiamo nasconderci che negli ultimi anni l’Italia, come gran parte dell’Europa ha vissuto un fenomeni che ha messo in difficoltà le aree interne. Il calo demografico generalizzato nelle aree interne è diventato uno “scivolamento a valle”, cioè quel fenomeno per cui la popolazione si concentra nei fondovalle e nelle zone urbane. Lo spopolamento comporta un rischio reale di desertificazione della montagna. Negli ultimi 20 anni sono stati varati dei provvedimenti per contrastare il fenomeno, ma non sono sufficienti. Per questo con il Partito democratico, vogliamo stimolare il governo ad aumentare l’impegno».
Con la mozione si impegna il Governo, come si legge testualmente nel documento, «ad adottare le iniziative necessarie a realizzare uno sviluppo territoriale equilibrato del paese, con particolare attenzione alle aree interne, alle aree rurali e alle zone montane; a costruire una strategia integrata di intervento, sia mediante la convocazione degli Stati generali della montagna, sia valorizzando la Federazione dei progetti e delle comunità delle aree interne; ad assumere le necessarie iniziative in ambito europeo per la creazione, nel nuovo periodo di programmazione dei Fondi di coesione 2021-2027, accanto all’agenda urbana e alla riserva per le aree interne, di specifiche linee di intervento destinate alle zone montane mediante un Pon specifico; ad adottare iniziative per attuare un serrato coordinamento tra le politiche nazionali e quelle europee per garantire lo sviluppo di tali territori, mediante investimenti volti a integrare tutte le politiche al fine di generare la crescita sociale ed economica intelligente, sostenibile e inclusiva, la sicurezza alimentare, l’inclusione sociale, la parità di genere, la lotta ai cambiamenti climatici, la riduzione del divario digitale, la prevenzione del dissesto, la creazione di posti lavoro, la digitalizzazione e l’efficienza del mercato, la massima interazione tra territori e in particolare tra aree interne e urbane».
Sfogliando il documento, si trovano trovano tra i 19 punti anche quelli relaativi «ad adottare le iniziative di competenza per attuare la legge n. 158 del 2017 sui piccoli comuni; ad assumere iniziative per estendere la Strategia nazionale per le aree interne alle zone montane, alpine e appenniniche, classificabili come “aree interne” e non coinvolte nella sperimentazione in atto, attraverso il metodo dell’istruttoria pubblica e attivando il processo partecipativo e associativo previsto nella Strategia; a realizzare un più forte coordinamento tra i Ministeri competenti; ad adottare iniziative per individuare in 100 milioni di euro il Fondo nazionale per la montagna per il prossimo quinquennio, già attraverso il disegno di legge di bilancio 2021; ad avviare un Piano nazionale per i piccoli comuni, le aree rurali e montane del Paese al fine della prevenzione del dissesto idrogeologico, la lotta ai cambiamenti climatici, il riuso dei beni immobili e il contrasto al consumo di suolo, con uno stanziamento di 2 miliardi di euro per ciascun anno per i prossimi cinque anni; ad adottare ogni iniziativa utile a favorire l’istituzione di un patto per i piccoli comuni nell’ottica di garantire un approccio più efficace, integrato e coordinato alle politiche dell’Unione europea aventi un impatto sulle zone rurali; a mettere in atto misure di agevolazione fiscale per le spese connesse all’acquisto ed alla trasformazione degli immobili nelle aree interne e montane affiancandole anche ad una semplificazione burocratica in caso di interventi di recupero di borghi montani che abbiano alla base forme associative e/o di cooperazione tra giovani e che prevedano la residenzialità per un numero minimo di anni».
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2 commenti
Giovanni Pisano
Per ridurre lo spopolamento occorrono proposte concrete che non sono le stesse per tutti i borghi. Vanno ricercate nella singolarità e nelle potenzialità di ogni comune, ma non basta. Occorrono politiche atte a frenarlo che debbono diventare azione politica permanente perchè, come dice Franco Arminio: se i borghi non fanno rete le città li divoreranno. Non sono politiche che si spengono con l’alternarsi delle Amministrazioni Comunali ma debbono essere costanti, permanenti, eterne.
Serre, lì 08.09.2021, cordiali saluti da Giovanni Pisano
Vorrei saperne di più sulle 19 azioni.
Giovanni Pisano
Vorrei sapere per esteso quali sono le 19 azioni contro lo spopolamento.
Cordiali saluti arch. Giovanni Pisano