«Continua l’occupazione del municipio di Mel, senza risposte non ce ne andremo. Salviamo Acc, il governo ci convochi». Va avanti a oltranza la mobilitazione di lavoratori e sindacati, che chiedono risposte immediate dal Governo. I sindacalisti sono pronti ad altre forme di protesta, con una marcia al Mise e sotto casa dei ministri D’Incà e Franco.
Dopo il no delle banche al prestito, sono stati organizzati già nei giorni scorsi un sit-in e un corteo per tenere alta l’attenzione attorno all’Acc e al suo futuro, appeso a un filo sempre più sottile. Sindacati e operai venerdì mattina hanno ostruito per un paio d’ore il traffico nella rotatoria di Villa di Villa, per poi concentrasi sul municipio di Mel.
Sabato i sindaci dei Comuni di Borgo Valbelluna (Stefano Cesa), di Riva presso Chieri (Lodovico Gillio) e di Chieri (Alessandro Sicchiero) hanno deciso di scrivere congiuntamente una lettera accorata e di forte appello al ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, al ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Andrea Orlando, al ministro dell’Economia e delle Finanze Daniele Franco, al ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà, al presidente della Regione Veneto Luca Zaia, al presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, a tutti i senatori, deputati e parlamentari europei eletti nelle Circoscrizioni del Veneto e del Piemonte.
Nella missiva, i tre sindaci «formulano in modo accorato l’appello affinché i vari ministri e tutti i parlamentari coinvolti, nell’esercizio delle proprie competenze e nelle potestà dei loro ruoli, intervengano in tempi rapidissimi per porre in essere ogni intervento e ogni azione utile al salvataggio del sito Acc di Borgo Valbelluna e del sito ex Embraco di Riva di Chieri e della loro propulsiva ricongiunzione e integrazione nel polo italiano del compressore denominato ItalComp».
Martina Reolon
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1 commento
Giovanni Lorenzini
Inutile protestare, perché è una ditta privata, e se vuole andare via nessuno la obbliga a rimanere. Se l’industria non produce utili, viene chiusa, visto che non è un ente benefico. Ringraziate i sindacati che in gran parte sono responsabili che le fabbriche vadano in altri paesi. Purtroppo questo è la libertà di mercato.