La neve, il viaggio e il paesaggio si fanno protagonisti, come se fossero attori. La neve è quella del Comelico, il viaggio è dal centro storico di Feltre fino a Casamazzagno, il paesaggio è quello delle montagne bellunesi. Nella storia i luoghi e la neve hanno il ruolo di aiutare una persona a elaborare il dolore di una perdita: quante perdite, al tempo del coronavirus. Il film – ne uscirà un “corto” – si chiama «Neve. Il viaggio che sei per me», è scritto e diretto dalla bellunese Alessia Buiatti, è appena stato girato ed è nella fase della lavorazione: sarà pronto prima dell’estate ma già fa parlare di sé. Poi parteciperà a festival italiani e stranieri e sarà presentato anche nelle scuole.
Molti ci hanno creduto, a cominciare dalla casa di produzione Buona Visione, di Padova: «Non conoscevo Alessia Buiatti», racconta Laura Sacchetto, «è una persona vera, per questo abbiamo deciso di entrare in questo progetto, perché Alessia fa le cose con il cuore». Il film racconta una storia, madre e figlia in viaggio, e racconta un paesaggio che ha un preciso ruolo nella vicenda: «Ho scritto questa storia nel 2018, c’era una ragione molto intima, personale, per scriverla. Cercavo l’occasione giusta per poterne fare un film, dovevo aspettare il momento in cui fosse venuta molta neve». Ed è arrivata, tantissima, nell’anno della pandemia. Sfida nella sfida: girare un film tra zone arancioni e zone rosse, le riprese in tre giorni, 1, 2 e 3 marzo, qualche settimana fa. Ambientazione anni Ottanta, una vecchia Volvo, la bambina che riprende tutto con una vera Video 8 dell’epoca e il suo girato entra nel film.
La presentazione ai giornalisti è avvenuta per il tramite della Provincia di Belluno, che sostiene il progetto. «È una storia breve, che vorrei tenere fra i 10 e 15 minuti», spiega la sceneggiatrice e regista, «è fatta a onde anche se è sulle montagne, narrativamente racconta di un viaggio che però è un viaggio dell’anima. È un film fatto di soli silenzi ma ci guida a una profonda conoscenza delle due protagoniste, madre e figlia, entriamo poco a poco nel loro rapporto». Si racconta una perdita «e ciascuno di noi in questo periodo è venuto incontro a qualche tipo di perdita: perdita di una persona, perdita di una storia d’amore, perdita di un sogno, perdita di un figlio. Ecco, ho scelto che la perdita fosse relativa a un bambino, una madre giovane che perde un figlio. Le due protagoniste sono state molto brave a interpretare il lutto».



Le attrici protagoniste sono Giusy Buscemi, miss Italia 2012 e tra gli attori protagonisti della serie tv «Un passo dal cielo», ed Emma Frison, la bambina di Venezia alla quale Alessia Buiatti ha già affidato il ruolo primario nel film «Il tempo e i giorni», realizzato pochi mesi fa tra le acque di Lio Piccolo, subito apprezzato – e premiato – dalla critica. Prima, Alessia Buiatti aveva già raccolto ampi consensi per la scrittura del corto «L’Aurora», diretto dal giovane bellunese Lorenzo Cassol, regista anche di «Soli. Insieme» sempre a firma di Buiatti. Tutto negli ultimi anni, mesi.
«Rivolgo un grazie speciale ad Alessia», ha detto Giusy Buscemi, «sono giovane mamma di due bimbi e vista l’età non mi sono ancora stati dati ruoli di madre: non vedevo l’ora di avere l’occasione di esprimere sentimenti di madre. Sono sicura che il risultato finale sarà molto bello». Emma Frison partecipa all’incontro con la mamma, non vuole farsi travolgere da queste esperienze, pensa alla scuola, vive le sue interpretazioni per quello che sono, con serietà e impegno ma senza pensare a un futuro da attrice. Eppure «Emma Frison è stata favolosa», commenta la regista. «Avevo visto una sola fotografia di Giusy, ho visto i suoi occhi e ho pensato che fosse la persona giusta per fare il personaggio della madre. Giusy è stata l’interprete ideale perché ha saputo trovare le emozioni».
Alessia Buiatti, che collabora alle videointerviste dell’Amico del Popolo, non vuole che il lavoro di «Neve» appaia come “suo”: «La squadra… Io li ringrazio tutti, non vorrei che apparisse come “il mio corto”, è il nostro lavoro, fatto insieme: cioè tutto è partito da me, poi ho coinvolto Lorenzo Pezzano, Giuseppe Ferrari e Nicoletta Traversa di Ri-prese: senza di loro non avremmo avuto Neve. Poi è arrivata la casa di produzione, lo sponsor Imap con Flavio Mares, il comune di Feltre con la Commissione pari opportunità, la fondazione Comelico Dolomiti, la Provincia, la Dmo. Le persone fanno la differenza e qui sono state tutte persone di cuore, oltre che professionali. La troupe si è buttata con passione e nessuna certezza». I pochi soldi di una produzione indipendente realizzata fuori dai grandi circuiti del cinema, le limitate possibilità di azione in pandemia…
Lorenzo Pezzano si dimostra maestro della fotografia, dopo la grande prova di Lio Piccolo. Importantissima la collaborazione con Ri-prese memory keepers di Giuseppe Ferrari e Nicoletta Traversa: «Il nostro è un progretto che nasce nel 2012 con riferimento a Venezia. Ci occupiamo di memorie, raccogliamo i vhs di famiglia, i viaggi, le feste, i vecchi super 8, abbiamo tantissimi viaggi tra le Dolomiti, abbiamo pellicole dagli anni Venti fino agli anni Duemila. Chi entra nel nostro progetto conferendo delle riprese ha la possibilità di ottenerne gratuitamente la digitalizzazione, perché contribuisce a un archivio della memoria. Le storie raccontano le comunità in cui viviamo, riutilizzare riprese e strumenti», come con il Video 8 che Emma, nel film, utilizza davvero, «significa attivare una poetica intima, che appartiene alle famiglie, non al cinema istituzionale, e ha una grande capacità evocativa».
Perché la Dmo, il soggetto che si occupa della promozione turistica della provincia di Belluno? «Penso che questo possa anche essere un “corto” che parla delle bellezze della nostra provincia», spiega la regista, «ma non in modo commerciale, ne parla perché dentro queste bellezze si svolge una storia vera. Il film dà una sensazione di spessore culturale alle bellezze della nostra provincia, che è elevato e diverso rispetto a tante comunicazioni commerciali».
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