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venerdì 6 Giugno 2025,

Autoferrotranvieri: ridateci «la dignità perduta»

La presa di posizione di Filt Cgil Belluno. Dolomiti Bus: le difficoltà della pandemia, il peggioramento dei turni lavorativi, la contrattazione aziendale ferma dal 2008.

Gli autoferrotranvieri del bellunese reclamano «la dignità perduta»: lo fanno con un comunicato stampa a firma di Alessandra Fontana, segretaria generale Filt Cgil di Belluno. A suscitare la forte presa di posizione è la notizia che il bilancio 2020 di Dolomiti Bus si è chiuso con un margine di utile, che dà «una boccata di ossigeno»; la richiesta di riattivare il servizio e di avere ristori da parte dello Stato e della Regione è stata fondata proprio perché il trasporto pubblico non pare «essere soggetto a logiche industriali basate su utile o profitto ma vada comunque garantito ed assicurato, anzi, vada addirittura rafforzato e ampliato».

Il documento segnala anche la situazione del lavoro degli autoferrotranvieri: «Negli ultimi anni – denuncia la Filt Cgil – i turni sono peggiorati con nastri lavorativi che vanificano di fatto qualsiasi conciliazione vita/lavoro». Talora le soste avvengono «in depositi privi a volte anche dei servizi igienici». Inoltre la contrattazione aziendale è ferma al 2008; e ora l’azienda annuncia di non poter onorare il riconoscimento economico in busta paga, frutto di un accordo di qualche anno fa. Nel mentre «aumentano la responsabilità e i rischi per la sicurezza e l’incolumità dei lavoratori», in un contesto di tensione sociale, che rende spesso gli operatori dei trasporti oggetto «di minacce o di aggressioni».

La sindacalista chiede attenzione per un «turn over sconosciuto fino a qualche anno fa», che produce una «costante situazione di sottorganico», dovuta in parte alle finestre pensionistiche per i lavori usuranti, ma anche – e questa è una novità – alle sempre più frequenti dimissioni volontarie: «A dimettersi sono spesso i lavoratori locali, che non riescono più a reggere tempi di lavoro lunghi», tra l’altro senza un riconoscimento economico adeguato. Viene evidenziato che il reclutamento di nuovo personale è diventato così difficile, da «costringere l’azienda a sottoscrivere accordi con l’Esercito o a promuovere corsi di formazione».

Di qui l’appello all’amministratore delegato e alla Provincia, socia di maggioranza di Dolomiti Bus, perché per il periodo dopo la pandemia sia avviato un confronto «per ricostruire un nuovo modello di lavoro», che migliori le condizioni di vita dei lavoratori, rivisiti i turni di lavoro e garantisca «un riconoscimento anche economico della dignità di un lavoro così importante per la collettività e per il futuro della Provincia».

D.F.

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