«La dichiarazione odierna del ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti che mette fine al progetto ItalComp non giunge inaspettata». Lo hanno fatto presente Mauro Zuglian (Rsu Fim Cisl) e
Alessio Lovisotto (segretario generale Fim Belluno Treviso) secondo i quali «non sorprende nè i lavoratori nè i sindacati l’epilogo di un piano industriale che vedeva Borgo Valbelluna e Chieri al centro di un polo nazionale del compressore. Dal momento dell’insediamento – sottolineano – il nuovo ministro non ha mai nascosto di preferire il modello Corneliani e non ha mai avuto paura di mostrare imbarazzo ogni qualvolta veniva indicato il piano ideato dal suo predecessore quale soluzione della vertenza».
Secondo Zuglian e Lovisotto «non sorprende neppure la modalità mezzo stampa con cui il ministro comunica la fine del progetto ItlaComp la cui nascita, giusto per ricordare, è stata annunciata prima ai giornali. Quello che sorprende è come i rappresentanti di un territorio e i lavoratori continuino a trovare soluzioni per garantire la sopravvivenza dello stabilimento e a livello nazionale continuino a spostare i termini del problema».
«Una volta manca il capitale pubblico – fanno notare i due sindacalisti – una volta manca il capitale privato, per alcuni il coinvolgimento pubblico potrebbe trainare un interesse privato, per altri senza il privato non può esserci aiuto pubblico. Questo come a sottolineare che la soluzione per Acc sia in realtà una questione di dottrina economica: niente di più falso».
Per Zuglian e Lovisotto, invece, «la soluzione passa attraverso un progetto industriale per la valorizzazione degli asset aziendali competenza-qualità-innovazione che caratterizzano in maniera inequivocabile lo stabilimento di Mel. Il problema non è trovare la giusta proporzione tra pubblico e privato, ma la qualità del progetto. E la qualità del progetto è determinata dalla capacita di coinvolgere le migliori energie e opportunità espresse da un territorio, per questo – precisano i due sindacalisti – la Fim Cisl non si stancherà mai di richiedere un tavolo intorno al quale definire il futuro industriale dello stabilimento. Non ci sono modelli preconfezionati, esistono soluzioni costruite sul campo».
«Nel frattempo – concludono Zuglian e Lovisotto – tra una dichiarazione e l’altra stiamo aspettando il decreto attuativo del art. 37 D.L. 41/2021, stiamo aspettando come sindacati una risposta dal Governo. Lo scrittore Dino Buzzati sull’attesa ha scritto un capolavoro: non vorremo che il ministro Giorgetti scrivesse la parola fine».
Seguici anche su Instagram:
https://www.instagram.com/amicodelpopolo.it/
