L’accoglienza è già molto, ma si può fare di più per i profughi che giungono in provincia di Belluno dall’Ucraina, soprattutto donne con bambini. Si può offrire loro un lavoro e con il lavoro il senso di dignità.
Ne è convinta Tiziana Martire, presidente del Cantiere della Provvidenza di Belluno: «Il Cantiere da sempre utilizza il lavoro quale elemento di valorizzazione delle persone e dei talenti che esse esprimono». Da qui nasce l’idea del Progetto Ucraina, perché «possiamo andare oltre l’accoglienza, offrendo la dignità che viene dal lavoro». Ma come superare le difficoltà della lingua? Come realizzare un inserimento rapido nel lavoro? In quale tipo di lavoro?
Il «Cantiere del Baco», una delle attività del Cantiere della Provvidenza, offre le migliori risposte. Il Cantiere della Provvidenza è pronto a impiegare soprattutto in quell’ambito persone provenienti dai territori del conflitto, perché le attività sono possibili anche in presenza di difficoltà linguistiche, hanno natura stagionale e consentono un inserimento immediato con mansioni pratiche e di veloce apprendimento. «D’altra parte nell’allevamento di bachi da seta le donne da sempre si sono rivelate più idonee», afferma con un sorriso la presidente Martire, «perché sono dotate di maggiore senso pratico, di manualità, pazienza, disponibilità, duttilità». Si è anche pensato ai figli delle profughe ucraine: «L’eventuale presenza di bambini non condiziona il lavoro, perché il luogo e il ritmo dell’attività permettono alle mamme di operare vicine ai loro figli». «Ci guidano le parole del Papa», sottolinea Tiziana Martire: «Che non manchi il lavoro. È sorgente di dignità».

Le attività di gelsibachicoltura si svolgono nel contesto di Villa Zuppani, a Pasa di Sedico, in un sito di alto valore ambientale e paesaggistico, arricchito dal pregio architettonico e artistico della villa. Il Cantiere del Baco, dunque, offre a chi vi lavora l’esperienza aggiuntiva di operare in un luogo di grande bellezza. E anche questo sembra importante, pensando al peso che grava sull’animo delle persone profughe dall’Ucraina accolte in territorio bellunese.
«Ora serve il passaparola», conclude Martire, «perché la notizia di questa opportunità raggiunga tutte le donne ucraine che possono essere interessate a lavorare con noi». Per prendere contatto con il Cantiere della Provvidenza si può scrivere una mail a progettoucraina@cantieredellaprovvidenza.com
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