Dietro alla divisa e al rigore di comandante della Polizia locale di Ponte nelle Alpi, c’è un’anima, oltre che una sensibilità, una visione e una tecnica da grande artista al punto da meritarsi uno spazio espositivo all’interno della Biennale di Venezia: il riferimento è a Eddy De Bona o meglio, utilizzando il suo pseudonimo artistico, a Eddy Fides.
A Palazzo Mora Eddy De Bona ha presentato un progetto sul tema dell’ambiente dedicato ai bambini: si intitola «Pino Gatto – La terra, il clima e lo spazio» ed è una proiezione dell’immaginazione e del pensiero dell’artista sulla storia e l’evoluzione del pianeta. «Quest’opera – commenta la protagonista, direttamente dalla Biennale – vuole essere soprattutto un monito, se è vero che, a causa dei nostri vizi, stiamo provocando la distruzione del nostro mondo». Eddy De Bona non ha scelto a caso di rivolgersi ai bambini: «Perché sono gli unici soggetti in grado di essere educati a livello ambientale».
La pittrice ha predisposto una collezione di 14 tele lavorate a olio e acrilico, con l’aggiunta di altri materiali (come la pasta) per rendere le opere materiche. Opere accompagnate da una poesia o da filastrocca, rigorosamente in rima, in modo da chiarire il significato ai bambini. Da qui è nata poi la pubblicazione con un protagonista speciale: il gatto. «Il felino rappresenta la forma di vita che c’è sul pianeta. L’ho disegnato con forme elementari e colori vivaci. Pino Gatto compirà un viaggio nel tempo, fino ad arrivare ai giorni nostri, in cui vive in mezzo alle piante e al verde: libero e spensierato».
La storia però cambia nel momento in cui il simpatico animale raggiunge la città: «Perché nello spazio urbano dimentica la natura e cede ai “vizi”. Così verrà catturato da un virus ed espulso dalla Terra, finendo in un pianeta sconosciuto, nel quale perde le sue sembianze, la sua fisionomia e personalità». L’epilogo è volutamente aperto: «Vorrei, infatti, che ognuno di noi pensasse a un finale e riflettesse su questi aspetti che riguardano tutti».
Per Pino Gatto è stato realizzato pure un video di animazione, mentre l’opera è tradotta in lingua inglese, visto che l’esposizione ha un respiro internazionale. «Essere alla Biennale di Venezia – conclude Eddy Fides – è un onore, oltre che una profonda soddisfazione. Il progetto è piaciuto per l’attualità del tema e perché è dedicato ai bambini: di solito, nelle esposizioni d’arte, si tende a non pensare ai più piccoli».
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