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martedì 16 Dicembre 2025,

Formati 14 nuovi casari per la provincia

Concluso in Camera di commercio a Belluno il corso finanziato dalla Regione Veneto attraverso il Fondo Sociale Europeo e che si è svolto alla Latteria turnaria di Valmorel.

Sono 14 i corsisti che hanno ricevuto in Camera di commercio a Belluno gli attestati di partecipazione al corso per imparare a fare il casaro che la Regione Veneto ha finanziato nell’ambito del progetto «Agrimestieri – Antichi mestieri, moderne professioni» attraverso il Fondo sociale europeo. Si è trattato di 50 ore di corso suddivise in 8 giornate svoltesi alla Latteria turnaria di Valmorel di Limana sotto la regia organizzativa di Coldiretti Belluno e del suo ente di formazione «Impresa Verde Treviso e Belluno». Le lezioni sono state tenute per la parte teorica da Daniele Slongo di Veneto Agricoltura, preparato esperto del settore, e dal conosciutissimo e apprezzato casaro Marino Bianchet, già al lavoro alla Latteria di Sedico e poi a Valmorel.

Il corso, oltre a garantire informazioni circa l’arte casearia, ha contribuito alla formazione di professionisti che possono intercettare le esigenze delle aziende, garantendo la valorizzazione dei prodotti e del territorio e, al tempo stesso, trovare un’occupazione solida e sicura.

Visto il successo del corso, ora Coldiretti sta già pensando a nuovi incontri formativi, di aggiornamento avanzato e di specializzazione, per fornire al territorio e alle sue aziende del settore lattiero-caseario personale qualificato. Personale che sappia diversificare i prodotti e renderli originali perché – ha sottolineato Michele Nenz, vicedirettore della Coldiretti locale – è questo il modo per dare più valore ai prodotti stessi e al territorio.
Ancora Nenz ha fatto presente di avere già avuto richiesta dell’elenco dei corsisti, segno che quella del casaro è una specializzazione richiesta, un lavoro duro, ma che dà soddisfazione.

Da parte sua Chiara Bortolas, responsabile nazionale di «Donna impresa» di Coldiretti, ha sottolineato l’importanza di adoperarsi per promuovere nuove professionalità nel territorio e ha fatto presente anche la necessità di sostenere e valorizzare il latte e i suoi prodotti che oggi, a causa di certe mode di pensiero che non ne riconoscono le qualità, hanno subito un calo nel consumo.

Questi i nomi dei 14 nuovi casari che vanno a rivitalizzare una professione un po’ abbandonata e in declino e lo fanno anche con il coinvolgimento delle donne (7 su 14) che si sono distinte anche per la loro particolare sensibilità: Federica Andrich che d’inverno fa la maestra di sci e d’estate porta avanti col marito una malga a passo Valles; Marco Ben che ha 20 anni e lavora alla latteria di Sedico; Marco Bisetto di Feltre dell’azienda «Le Camille», Alessandro Boschetto dell’azienda «Il Principe» in Alpago, Enrica Calcinoni della latteria di Frontin (trichiana), Matteo Crepaz della latteria di Livinallongo, Camilla De Cet, Elisa De Gasper di un’azienda agricola di Padola, Tommaso De Toffol dell’azienda agricola «La Schirata» di Valmorel, Serena Del Zenero dell’azienda agricola di Fabrizio Pescosta di Sappade (Falcade), Walter Dorigo, Ylenia Eremitaggio che gestisce una malga sul Monte Tomatico (Feltre), Nicola Pongan, Marta Tibaldo.

A nome della Camera di commercio un saluto e un incoraggiamento a questi nuovi casari è giunto anche da Ivana Dal Pizzol che ha sottolineato che la provincia ha bisogno di personale qualificato in questo settore.

Da segnalare in chiusura un intervento di Gianfranco De Bona della latteria di Sedico che ha fatto presente anche l’importanza di insegnare a vendere i prodotti, oltre che a realizzarli.

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