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venerdì 5 Dicembre 2025,

Pieve, interesse per il convegno internazionale sull’arte delle situle

Quella trovata a Pian de la Gnela da Eugenio Padovan è un importantissimo reperto funerario attualmente conservato presso la Sovrintendenza dei beni culturali a Padova.

Partecipazione e interesse da parte del pubblico ieri, venerdì 17 giugno, a Pieve d’Alpago all’incontro internazionale «Studi e confronti sull’arte delle situle: Monte Krn (Slovenia)-Alpago (Veneto)-Caravaggio(Lombardia)».
Le relazioni e le proiezioni di archeologi ed esperti, sia nazionali che di Slovenia, Polonia e Stati Uniti, sono state precedute dagli interventi dei curatori del «Mese del Libro» (che inizierà a fine settembre e di cui questo evento ha rappresentato un’anteprima) e del sindaco di Alpago, Alberto Peterle, che ha ribadito la linea di continuità con le Amministrazioni precedenti nel cercare di concretizzare uno spazio museale per accogliere la situla di Pieve d’Alpago, attualmente conservata presso la Sovrintendenza dei beni culturali a Padova.

Una premessa condivisa anche da Eugenio Padovan che 20 anni fa ha trovato il reperto a Pian de la Gnela con il circolo «Amici del Museo dell’Alpago», di cui oggi è presidente: «Si tratta di un importantissimo reperto funerario con istoriate figure evocative di imprese o di leggende su tre fasce, con una scena di parto unica in quest’arte». Giunto sino a noi in forma di ventaglio, per via dello schiacciamento provocato dalle lastre che costituivano la tomba che la conteneva, il reperto è tuttavia in buone condizioni e ed è stato oggetto inoltre di una sorprendente ricostruzione in bronzo. «Voglio aggiungere in questa occasione un ricordo personale», ha proseguito Padovan, «perché fui proprio io che mi accorsi, durante la ripulitura della superficie bronzea, della presenza delle incisioni costituite da personaggi con i costumi dell’epoca (VI-V secolo a.C.)». Dopo la conclusione delle operazioni di scavo il reperto è stato trasportato a Padova e non ha fatto più ritorno alla sua terra di origine, ma è stato esposto con grande successo e apprezzamenti, per la prima volta, nella mostra «Venetkens-Viaggio nella terra dei Veneti Antichi».

L’idea di questo confronto sull’arte delle situle, presente in un’area molto vasta dalla Lombardia alla Slovenia, fino all’Etruria Padana e a tutto l’Adriatico, ha radici lontane e trova origine in ritrovamenti piccole fibule e vaghi di collana in ambra recuperati da Giovan Battista Frescura e registrati con la data del 1970 sulla Carta Archeologica del Veneto. La situla di Pieve d’Alpago, con le sue similitudini e apparentamenti vari (situla di Vace e cinturone di Brjzie, Caravaggio, Monte Krn etc.) «mi portò ad aprire un primo contatto con Tolmino e con l’archeologo Miha Mlinar che sfociò in un primo incontro nel 2014 a Pieve d’Alpago e a Pieve di Cadore», ha aggiunto Padovan, «uno scambio culturale e non solo, perché vide la presenza del sindaco di Tolmino».

Incontri e relazioni che sono continuate nel tempo e che con la scoperta della situla del Monte Krn e di Caravaggio ha avvicinato, per le sue raffigurazioni di personaggi in corteo e marcia, analoghi a quelli della situla di Pieve d’Alpago, «diverse realtà territoriali», ha raccontato l’archeologo bellunese, che nel gennaio del 2021 ricevette una mail da Miha Mlinar (Museo di Tolmino) con la raffigurazione della situla slovena e una sua affermazione: «Ora siamo ancora più vicini».

Qualche tempo dopo l’archeologo Luca Zaghetto informò Padovan di una situla ritrovata a Caravaggio (ambito Golasecchiano) anch’essa raffigurante (in quello che rimaneva, dopo la sua parziale distruzione) upersonaggi in corteo e marcia come quelli alpagoti e sloveni.

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