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lunedì 15 Dicembre 2025,

Nel 2022 risultati significativi nell’idroelettrico, nella protezione civile e per i rifiuti

Gianpaolo Bottacin (a destra nella foto) ha fatto il punto a Belluno di quanto realizzato nel corso dell’anno che sta per finire nell’ambito delle materie che gli sono affidate come assessore regionale.

Più di 570 incontri con le istituzioni e i cittadini della provincia di Belluno: questo uno dei numeri del 2022 dell’assessore regionale all’ambiente, al dissesto idrogeologico e alla protezione civile, Gianpaolo Bottacin, che questa mattina ha incontrato la stampa a Belluno per presentare i risultati raggiunti nell’anno che sta per concludersi.

In primo luogo l’assessore ha ricordato la recente approvazione della legge che, al termine delle attuali concessioni di grandi derivazioni idroelettriche, consentirà alla Regione di diventare proprietaria a costo zero delle centrali e quindi di indire le nuove gare per la loro gestione al posto dello Stato (gare che per le centrali del Bellunese saranno indette dalla Provincia in forza della legge che ne riconosce la specificità). A questo proposito Bottacin ha rimarcato che si tratta di una svolta epocale che, almeno in questo settore, pone il territorio alla pari del Trentino Alto Adige (le grandi centrali in Veneto sono 34 di cui 24 in provincia di Belluno).

Sempre sul fronte energetico l’assessore ha poi ricordato un altro grande risultato raggiunto nel 2022 e cioè la possibilità di concretizzare quanto previsto da una legge regionale del 2020 che prevede l’obbligo dei titolari delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche di fornire annualmente e gratuitamente alla Regione energia elettrica o, in alternativa, di garantire la monetizzazione dell’energia da fornire (una partita che per la Provincia di Belluno potrebbe valere 6/7 milioni annui che saranno destinati a sostenere le case di riposo e le persone bisognose, ma anche investimenti nel campo della protezione civile).

Un altro settore di impegno è stato quello riguardante il dissesto idrogeologico per il quale sono continuati sia gli interventi previsti dai programmi annuali dei Geni Civili e dei Servizi Forestali (per un totale veneto annuo di circa 40 milioni), sia per interventi straordinari nell’ambito di diverse attività commissariali in essere. «Tra gestione diretta o in coordinamento – ha fatto presente Bottacin – parliamo di quasi 2.500 cantieri avviati nel post Vaia per un valore che sfiora un miliardo di euro».

Per quanto riguarda la protezione civile, Bottacin ha sottolineato l’approvazione all’unanimità in Consiglio regionale della nuova legge in materia che “fotografa” il sistema esistente, che ha già dato ottimi risultati e riscontri durante le ultime emergenze, e punta molto sulla prevenzione e sulla previsione, due aspetti – ha fatto presente l’assessore – che si sono rivelati decisivi nei recenti eventi calamitosi per evitare danni che avrebbero potuto essere maggiori.

Per ciò che concerne gli interventi compiuti nell’anno, Bottacin ha ricordato che nel 2022 il Veneto è stato colpito da numerosi eventi meteo avversi che hanno portato alla dichiarazione di 9 “stati di crisi” di cui 5 relativi anche al Bellunese (due di questi erano collegati ai vasti incendi che hanno interessato in marzo la zona di Fortogna e quella di Igne-Soffranco). La Regione ha inoltre stanziato fondi per i privati che negli eventi emergenziali hanno avuto danni ai veicoli e finanziato 8 Comuni (tra cui Vigo di Cadore e Ponte nelle Alpi) per danni collegati al patrimonio pubblico (95 mila euro per le scuole elementari di Vigo e 42 mila euro per la casa del Sole di Ponte).
Sempre nel settore della protezione civile Bottacin ha ricordato che particolare importanza è stata posta nella gestione del sistema di rilevazione degli eventi e della loro immediata segnalazione e l’impegno a garantire contributi per le varie attività (nel complesso si è trattato di oltre 8 milioni)

Un altro risultato ottenuto nel corso dell’anno sul quale l’assessore si è soffermato riguarda l’aggiornamento del Piano Rifiuti che conferma che entro il 2030 il Veneto abbandonerà le discariche come previsto da normativa europea. «Oggi – ha spiegato Bottacin – siamo al 76% di raccolta differenziata, ma puntiamo ad arrivare all’84% senza ricorrere a nuove discariche o ampliamenti delle esistenti. Il nostro è un modello riconosciuto a livello nazionale ed europeo, che ha ricevuto il plauso di Legambiente. Un modello sul quale intendiamo continuare ad investire e potenziare per il bene di tutto il territorio regionale». In prospettiva, dunque, o i rifiuti saranno riciclati oppure finiranno in uno dei tre termovalorizzatori del Veneto che si trovano a Mestre, Padova e Schio.
L’assessore ha segnalato poi i contributi concessi ai Comuni per il problema dei rifiuti abbandonati e l’attenzione al tema dei siti inquinati anche per individuare, con la collaborazione dell’Università di Padova, le priorità di intervento.

Per il prossimo anno gli obiettivi sono di procedere con la predisposizione del Piano intelligente di monitoraggio del territorio, un sistema complesso e di non facile realizzazione che ha lo scopo di “far parlare” tra loro i tanti dati che già ci sono e che hanno origine diversa, in modo da fare sintesi e cogliere ciò che l’insieme delle informazioni può indicare.
In programma poi l’aggiornamento del Piano Area relativamente al bacino padano (in collaborazione con le altre Regioni del Nord d’Italia) e la continuazione delle azioni già intraprese a partire dai cantieri relativi ai ripristini dei danni provocati dalla tempesta Vaia, due terzi dei quali si trovano in provincia di Belluno.

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