Come sta il matrimonio cattolico in Italia? Ha ancora senso sposarsi in chiesa? A queste e altre domande risponderà con la sua coinvolgente ironia la scrittrice Anna Porchetti nell’incontro che si terrà domani, domenica 20 agosto, alle ore 21, nella Sala parrocchiale di Canale d’Agordo in cui presenterà il suo libro «Amatevi finché morte non vi separi» (Effatà Editrice).
La tesi del libro è che sposarsi sia sensatissimo e richieda due grandi alleati: la fede in Dio e fiumi di ironia. Proprio grazie all’ironia una moglie può ridere di tutto e soprattutto di se stessa e delle sue scoperte, come il potere salvifico delle uova (non tanto per l’anima, quanto per gli affamatissimi familiari!) quando è tardi e non c’è niente di immediatamente commestibile per cena. L’autrice, malgrado la sua vita sconclusionata, in cui fa il bucato di notte e nei week end, manco fosse un hobby, ha scoperto il segreto della felicità coniugale e da allora va ripetendolo a tutti: «Amatevi finché morte non vi separi».
Per contribuire alla riuscita del matrimonio si consigliano alle mogli un regolare training di esercizi di perdono e tecniche di accoglienza e allenamento alla gratitudine, accettando di passare sopra al fatto che il marito non sia perfetto. Se Dio si è fidato abbastanza degli sposi da fargli amministrare il sacramento del matrimonio, a loro spetta fidarsi di Lui, che li ha abbinati per la loro felicità, confidando che sarebbero riusciti a tenere tutto insieme.
«L’idea di fondo – ha dichiarato Anna Porchetti – è che il matrimonio può renderci molto felici, soprattutto se lo viviamo non come unione fra uomini, ma nella sua pienezza di Sacramento. Tutto comincia con la scelta di una persona che condivida i nostri valori e convinzioni, schivando uomini sbagliati e improbabili, perché inseguire un amore impossibile è uno dei modi più certi per restare delusi. Una volta scelta la persona adatta a noi, bisogna onorarla ogni giorno, accettandola e amandola per quella che è. Il vero amore brama l’unità, Gesù dice che con il matrimonio, gli sposi diventano una carne sola. Il problema è che spesso interpretiamo l’unità come diritto di possesso e di controllo sull’altro. Solo quando rinunciamo a questa forma di egoismo, siamo veramente pronte ad amare»
Anna Porchetti, tarantina d’origine, ma milanese d’adozione, con una laurea in Chimica farmaceutica e un Master in Scienza e fede presso l’ateneo Pontificio Regina Apostolorum, da 25 anni lavora nell’export di aziende italiane del settore salute. «Amatevi finché morte non vi separi» è un vademecum spassoso per mogli di lungo corso, giovani spose o future spose (ma anche l’amica single che ormai ha perso ogni speranza dell’anello al dito) in cerca della ricetta per affrontare le sfide quotidiane della vita matrimoniale con il sorriso sulle labbra.
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