Si sono conclusi anche quest’anno i corsi gratuiti di informatica per adulti e anziani, organizzati dalle Scuole in Rete per un Mondo di Solidarietà e Pace in collaborazione con l’Associazione Amici delle Scuole in rete nell’ambito del progetto «Giovani contro il gap digitale» con l’obiettivo di fornire competenze informatiche e permettere l’accesso ai servizi pubblici online. I corsi, tenuti da giovani volontari, si sono svolti per il periodo estivo in tre gruppi di lavoro, suddivisi tra Belluno, Feltre e Ponte nelle Alpi.
«Il corso è iniziato bene, con un gruppo eterogeneo formato da utenti nuovi e da altri che avevano già frequentato le edizioni passate», spiega Sebastiano Cassol, docente presso l’Istituto Negrelli e coordinatore del gruppo di Feltre. «Siamo partiti da argomenti base sia per computer sia per smartphone, ma è poi cresciuto l’interesse anche verso temi più complessi come gli assistenti vocali o l’intelligenza artificiale, sulla quale abbiamo sfatato qualche mito. C’è stato un ottimo coinvolgimento sia da parte dei ragazzi, tutti studenti delle Superiori, che hanno vinto l’iniziale timidezza diventando sempre più determinati e spontanei, sia da parte degli utenti che si sono dimostrati da subito molto coinvolti».
Anche a Belluno e Ponte nelle Alpi non sono mancati i riscontri positivi e i temi trattati sono stati molto vari, dall’utilizzo di applicazioni più semplici e quotidiane fino a procedure più complesse ma indispensabili come lo Spid. «Rispetto agli altri anni abbiamo avuto molti più utenti, quindi c’è stato maggiore carico di lavoro per i volontari, ma l’esperienza è stata comunque positiva», informa Francesco di Placido, tra i coordinatori del progetto e volontario dell’Associazione Amici delle Scuole in Rete. «Quest’anno abbiamo unito la parte di apprendimento base con quella avanzata, per cui siamo passati con tutti i gruppi da strumenti come il foglio elettronico, le applicazioni di base e l’uso delle mail, al funzionamento dello Spid e ai servizi Google, come Maps e foto, e di streaming, come RaiPlay o MediasetPlay. A Belluno, in particolare, gli utenti si sono dimostrati curiosi e aperti anche a temi come il 5G, l’internet delle cose e l’intelligenza artificiale».
Assieme a Francesco, anche Lorenzo Chiesura, volontario dell’Associazione e coordinatore del progetto, ha voluto sottolineare la soddisfazione di partecipanti e volontari: «Di anno in anno le persone che partecipano si dichiarano estremamente soddisfatte dei corsi, tanto che il 95% manifesta la volontà di ripetere l’esperienza. Tra i punti di forza c’è sicuramente l’intergenerazionalità: l’incontro tra generazioni è utile per entrambe le parti, con i giovani che dichiarano di aver migliorato le proprie tecniche di insegnamento e abbattuto il muro che avevano con i più anziani, mentre questi ultimi si sono potuti avvicinare a un mondo tecnologico che spesso sentono lontano e inaccessibile. Quest’anno, inoltre, una novità assoluta è stata l’attenzione ai temi delle tecnologie future e lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, anche grazie alla presenza in aula di strumenti come assistenti vocali e interruttori smart. Esempi di volontariato come questo sono un modo concreto per adempiere a una responsabilità che secondo me ognuno di noi ha verso gli altri, oltre alla grande soddisfazione che trasmette il sapere di aver fatto la differenza nella vita di qualcuno».
«Sono ormai 13 anni che ripetiamo questa bellissima esperienza», sottolinea il prof. Franco Chemello, promotore dell’iniziativa, «e sono molti gli utenti che seguono i corsi estivi per più anni, dimostrando una notevole crescita e vi sono persino alcuni corsisti da fuori regione che progettano le proprie vacanze in città proprio nel periodo dei corsi per approfittare dell’opportunità».
Un bilancio dunque positivo per l’iniziativa, che si ripete da anni ogni estate e permette una crescita sia per gli studenti che per i giovani insegnanti. «Le Scuole in Rete portano avanti da anni questo progetto di educazione intergenerazionale e, assistendo alle lezioni, ho potuto osservare l’entusiasmo, l’interesse e la partecipazione dei corsisti alle attività proposte, ma anche la capacità degli studenti di spiegare argomenti complessi rendendoli semplici e la loro disponibilità a fornire un supporto in ogni momento», rimarca Tiziana Lorenzet, presente ad alcune lezioni per una ricerca di dottorato con l’Università Ca’ Foscari di Venezia e l’Università di Primorska, in Slovenia. «I giovani tutor si sono dichiarati felici, gratificati e soddisfatti dell’esperienza perché si sono sentiti utili e hanno imparato a essere più pazienti, ricevendo in cambio gentilezza e riconoscenza sempre dimostrate dai corsisti nei loro confronti».
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