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venerdì 17 Maggio 2024,

L’Ordine dei medici bellunesi: no alla proposta «Un cuore che batte»

La Camera discuterà la proposta di modifica della legge 194 sull'aborto (pexels-amina-filkins-5427991)

L’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri della provincia di Belluno (Omceo) prende posizione sulla proposta di legge di iniziativa popolare nota come «Un cuore che batte», che chiede di introdurre nella legge 194 del 1978, la “legge sull’aborto”, l’obbligo per il medico di far vedere, mediante esami strumentali, la morfologia del feto alla donna che chiede l’interruzione volontaria di gravidanza e di farle ascoltare il battito del cuore del bambino in grembo. La proposta, riferisce Omceo citando il quotidiano “Avvenire”, è sostenuta da 14 associazioni (tra le quali Pro Vita & Famiglia, Comitato Verità e Vita, Movimento Militia Christi, Ora et labora in difesa della vita, CitizenGo, Generazione Voglio Vivere) e ha portato alla raccolta di più di 100 mila firme. Sarà discussa alla Camera dei Deputati dalle Commissioni riunite di Giustizia e Affari Sociali.

La proposta, scrive l’Ordine dei medici bellunese in una nota alla stampa diffusa martedì 26 marzo, «comporta a nostro avviso la palese violazione del codice di deontologia medica in ben quattro diversi articoli (4, 6, 13 e 16)», i quali attestano «l’autonomia professionale del Medico in ambito di prescrizione e gli proibiscono di prescrivere ed eseguire indagini o trattamenti la cui indicazione non abbia fondamento scientifico e motivazione clinica». In altre parole, non c’è una necessità “di salute” nell’esecuzione degli esami che la proposta di legge imporrebbe e ciò esime, anzi vieta al medico di eseguirli.

È chiaro che i proponenti vogliono imporre alla donna orientata verso l’interruzione volontaria della gravidanza una presa d’atto certa sulla situazione del feto in grembo, mostrandone alla madre lo stato di sviluppo, facendole ascoltare il battito del cuore. Sulle conseguenze di questo passaggio, che diverrebbe obbligatorio, i medici dell’Ordine bellunese esprimono «la convinzione che, una volta intrapreso un percorso di impatto emotivo e psicologico traumatico come la Ivg, ciò che la proposta di legge propone rappresenti un aggravio di inutile sofferenza, al limite della crudeltà gratuita, nei confronti della donna».

Sul piano tecnico degli esami strumentali che diventerebbero obbligatori, i medici sottolineano «il potenziale danno che potrebbe ricevere il feto a seguito della pratica che la proposta di legge vorrebbe imporre. L’unico modo per auscultare il battito cardiaco fetale nel primo trimestre di gravidanza, periodo a cui si riferisce la proposta, è l’utilizzo degli ultrasuoni sfruttando l’effetto Doppler: è ben documentato che gli ultrasuoni in generale, ed il Doppler in particolare, se immessi nei tessuti (in questo caso nel muscolo cardiaco fetale), determinano un aumento della temperatura che potrebbe danneggiare l’organo nella sua delicata fase di formazione, in cui vi è un flusso sanguigno molto limitato che non riesce a disperdere calore facilmente». La nota, a supporto dell’argomentazione, riferisce le raccomandazioni di alcune società scientifiche internazionali.

La conclusione dell’Ordine dei medici bellunesi è questa: «Per le motivazioni su espresse sia di carattere etico, che deontologico, che scientifico, riteniamo doveroso, come OMCeO di Belluno, esprimere la nostra piena contrarietà a questa proposta, che imporrebbe alla comunità professionale medica comportamenti inaccettabili, in quanto scorretti sia eticamente che deontologicamente che scientificamente».

12 commenti

  • Bravi!!!
    Avete mai pensato di studiare a fondo la figura del medico obiettore di coscienza? E degli infermieri obiettori di coscienza? I comportamenti di questo tipo sono rispettosi sempre della legge vigente? Grazie per la strada intrapresa

  • Solidale con medici bellunesi

    • Il medico ha giurato di guarire, non di uccidere..
      È tutto veramente malefico, povera umanità! Va verso l’autodistruzione

  • Sono d’accordo con i medici di Belluno, è un Inutile e dannosa tortura

    • Dal testo si nota una chiara dissonanza: da una parte i medici evidenziano una ” inutile crudeltà e dannosa tortura alla donna” che vuole abortire quindi ammazzare il feto… dall’altra sottolineano “il potenziale danno che potrebbe ricevere il feto” …. ma stiamo parlando di aborto Il feto non ha già un “potenziale” danno? … ma di che stiamo parlando?

  • Fare un esame al bambino fa male e ucciderlo no!!!! Complimenti per l’evoluzione umana. Come se le donne che abortissero non subissero un trauma psicologico. Valori etici di altissimo valore!

  • sul problema tecnico dell’ascolto del feto si può discutere. Comunque:
    – il cuore (non sono un medico), mi sembra, si potrebbe comunque vedere intorno ai 42 giorni di vita e, per me, potrebbe bastare
    – si parla dell’inutile violenza sulla donna che ospita in grembo una nuova vita, invece la donna che abortisce non subisce nulla? andatelo a chiedere alla migliaia di pentite che hanno un rimorso continuo per ciò che poteva essere e non è stato;
    – per quanto riguarda il feto, pur avendo capito, per quanto possibile, le motivazioni dei medici, mi sembra oltremodo ridicolo parlare di tessuto cardiaco da rispettare in un feto che sarà abortito. Rispettare la parte per buttare il tutto. Sembra piuttosto un nascondere la situazione per poter occultare la verità alla madre, che deciderà razionalmente e non di cuore.
    Viva l’Amore e viva la vita!

  • Motivazioni contraddittorie. E un modo per salvare capra e cavoli senza prendere posizione. Intanto chi ci rimette la vita è il nascituro.

  • Si parla di violenza alla madre ma la soppressione del feto che cos’è? Una carezza? È sempre il solito mantra: i diritti della donna ma quelli del figlio in grembo non esistono….e poi magari abbiamo l’ ipocrisia di fare le marce per la pace. Protestiamo contro le bombe sui civili inermi e ce ne freghiamo della feroce e inaudita uccisione di una creatura umana solo perché è ancora nascosta e silenziosa nel grembo di sua madre. È il trionfo della disumanità!!!

  • Ma se questi medici non intendono, dunque, proteggere la vita di un feto che è già persona e quanto meno salvare l’incolumità morale e psichica della madre, come si comportano con la vita degli altri, cioè dei pazienti?
    Santa Teresa di Calcutta ben affermava che se per una donna è lecito uccidere il bimbo che porta in grembo, allora diventa lecito ucciderci gli uni gli altri senza scrupoli.
    Lo stiamo già vedendo.

  • Siamo all’ assurdo, alla follia!!
    Prima il bambino viene del tutto ignorato, come se non esistesse, parlando solo dell’ interesse della madre.Poi ci si ricorda di lui per dire di evitare di danneggiare il suo cuoricino, quando l’ alternativa è eliminarlo del tutto!
    Comunque, ai promotori dell’ iniziativa dico che bisognerebbe esplicitare di più il fatto che questa proposta di legge prevede l’ obbligo per il dottore di proporre alla mamma l’ auscultazione del battito cardiaco, ma lei può sempre rifiutarsi di accettare, e quindi evitare di ascoltare. Quindi nessuna limitazione alla libertà della madre, libertà che invece verrebbe seriamente violata se il medico le precludesse, di sua iniziativa, questa possibilità!

  • Da firmatario della proposta, sinceramente non vedo criticità di natura deontologica, nè tantomeno scientifica, per la stessa.
    1) Per il primo punto, secondo cui è deontologicamente proibito al medico “prescrivere ed eseguire indagini o trattamenti la cui indicazione non abbia fondamento scientifico e motivazione clinica”, non vedo attinenza al caso in questione. Mostrare la morfologia del feto o auscultare il battito cardiaco credo abbiano sia fondamento scientifico (qualcuno lo nega?) sia motivazione clinica, visto che fanno pienamente parte degli strumenti clinici che la donna ha diritto ad avere a sua disposizione per una scelta veramente consapevole che riguarda il suo corpo. A qualcuno sfugge che questa pdl popolare ha l’intento di applicare fino in fondo, anche alla 194/78, la legge sul consenso informato. “Conoscere per deliberare” era uno dei motti prediletti dei Radicali, un tempo. Applichiamolo, allora, ma davvero.
    2) Per quanto riguarda il secondo punto, fa un po’ sorridere, amaramente, sentire obiettare che occorre assolutamente evitare un esame che potrebbe causare danni al nascituro, quando questi è nei fatti già un morituro, e sta per ricevere il danno maggiore che si può immaginare, la morte. Quest’ultimo certo e irreversibile, il primo del tutto congetturale e comunque sempre riducibile ed eliminabile in futuro con il progresso della strumentazione medica.

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