Nella mattinata di sabato 8 febbraio, gli studenti delle classi seconde della Scuola Secondaria di Primo Grado di Lentiai sono saliti con entusiasmo sul pullman scolastico, pronti per un incontro speciale. Anche i loro coetanei del plesso di Mel, arrivati a piedi, li attendono seduti presso l’ex chiesetta di San Pietro. Alle 9, l’attenzione si concentra su un giovane dall’aria sorridente: Daniele Matterazzo, atleta di Legnaro (Padova), guida ambientale ed escursionistica, noto per le sue imprese da camminatore nonostante una disabilità fisica.
All’età di 14 anni, un incidente in motorino gli compromette l’uso del braccio e della mano sinistra. Da quel momento inizia per lui un percorso di trasformazione interiore, che lo porta a superare le difficoltà e a trovare nuove motivazioni. Una tappa fondamentale di questo viaggio personale è il Cammino di Santiago, intrapreso dopo aver visto il film The Way di Emilio Estevez. Da allora, ha affrontato numerose sfide, tra cui la Via Francigena dal Passo del Gran San Bernardo a Roma, il percorso Parigi-Padova nel 2023 e l’Iceland Traverse nel 2024. La sua disabilità, inizialmente percepita come un ostacolo, si trasforma in una risorsa che rafforza la sua determinazione.
L’incontro, organizzato nell’ambito del festival “Camminando. Esperienze, sensazioni, emozioni” e inserito nel progetto scolastico “Integralmente Sport e Cultura”, offre agli studenti l’opportunità di confrontarsi con il tema della disabilità nello sport. In classe, con la guida della docente di educazione fisica, hanno già approfondito le storie di atleti con disabilità che hanno raggiunto importanti traguardi. Tuttavia, l’ascolto diretto delle parole di Matterazzo cattura la loro attenzione e suscita grande interesse.
Con un racconto coinvolgente, l’atleta condivide le sue esperienze, dalle difficoltà iniziali alla paura di incontrare un orso polare lungo l’Artic Circle Trail, fino agli adattamenti della sua bicicletta per affrontare i percorsi più impervi. “Le mie materie preferite erano due: l’educazione fisica e il guardare fuori dalla finestra”, racconta, suscitando empatia tra i ragazzi. Il suo motto, “La vita non si sceglie. Si vive”, diventa un incoraggiamento a non arrendersi e a trovare nuove strade per superare le difficoltà.
Al termine dell’incontro, gli studenti partecipano con entusiasmo, ponendo domande sempre più numerose e pertinenti. Un momento particolarmente significativo si verifica quando alcuni volontari provano ad allacciarsi le scarpe con una mano sola, sperimentando in prima persona le difficoltà quotidiane affrontate da Matterazzo.
Alle 11, gli studenti fanno ritorno in classe, arricchiti da una testimonianza che ha lasciato un segno profondo. “Nel camminare verso Santiago ho visto un albero che quasi mi assomigliava. Un evento traumatico lo aveva scalfito, strappandogli quasi completamente un grosso ramo. Però la pianta continuava a vivere, fiduciosa nel futuro, e quel ramo diventava un valore aggiunto, non una condanna”, ha condiviso Matterazzo. Un messaggio di resilienza che gli studenti porteranno con sé, ricordando che lo sport può essere un mezzo per conoscersi e affrontare le sfide della vita con passione e determinazione.
Per il 2025, le sue prossime sfide includono l’Ironman 70.3 e il Crossing Serek. In bocca al lupo, Daniele!
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