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mercoledì 23 Luglio 2025, Santa Brigida di Svezia

Ciotti ambasciatore della montagna

L'editoriale del direttore dell'Amico del Popolo sul numero 22 dell'Amico del Popolo datato 29 maggio 2025. (Foto www.loscarpone.cai.it)

La notizia è di sabato scorso, ma a molti è sfuggita: l’assemblea nazionale del CAI, che si è svolta a Catania, ha nominato don Luigi Ciotti socio onorario del Club Alpino Italiano. Un riconoscimento non formale, quello del Cai, ma convinto, frutto di una lunga frequentazione e amicizia tra il sodalizio alpino e il prete bellunese, che appena può ricorda a tutti di «essere nato a Pieve di Cadore», aggiungendo il suo «orgoglio di essere montanaro». Non è banale neanche la motivazione della nomina: «testimone nella fede, nell’impegno civico e nel volontariato, sublime atto di responsabilità, di quella montagna, immagine di cammino spirituale, che nelle Dolomiti bellunesi l’ha visto nascere e nei valori delle genti delle Terre Alte di tutta Italia lo ha appassionato al desiderio di bellezza e di infinito. Ha saputo indicare al Sodalizio intero la via maestra per un nuovo Umanesimo dove, con nuova coscienza ecologica, riscoprire l’inviolabilità della dignità umana e la sacralità dell’anima delle montagne».

Ancor più interessante il commento del fondatore di Libera: «Essere socio onorario sarà per me un impegno in più per smuovere le coscienze e allargare il numero di persone che si assumono la responsabilità di difendere la natura, la montagna e i montanari, per trovare forme di alleanza e nuove strategie (…). Di fronte alla catastrofe ecologica che sta avvenendo, siamo chiamati a concretizzare le scelte, ognuno per la sua parte. A fare in modo che la Laudato si’ di Papa Francesco diventi Laudato qui».

Ma quali sono queste «scelte» da perseguire? In più occasioni, non ultima al congresso nazionale a Roma a fine 2023, il prete antimafia ha indicato le priorità: c’è bisogno di comunità energetiche rinnovabili, di cooperative legate a produzioni biologiche, si deve incentivare una nuova filiera che metta insieme agricoltura, turismo, cultura e storia. E poi ancora: coltivare il valore della biodiversità, compresa quella culturale: «servono nuove aree protette in quota per creare professioni diverse»; e rilancia la proposta del «Parco del Cadore» che comprenda i gruppi di Antelao, Marmarole e Sorapiss.

Infine un allarme: «La grande speculazione edilizia – denuncia – riguarda anche le “alte quote”». «Chi sono questi imprenditori che fanno investimenti con pochi controlli? Abbiamo scoperto forme di riciclaggio anche di organizzazioni criminali mafiose che vanno a investire in zone montane stupende. E c’è chi concede loro deleghe in bianco». Messaggio forte e chiaro, specie in tempi di Olimpiadi. E non saremo noi a scordare quanto detto dal socio onorario Ciotti Luigi.

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