Un appello forte e diretto arriva da don Dante Carraro, medico e direttore di Medici con l’Africa Cuamm, che nei giorni scorsi ha voluto condividere una riflessione sulla drammatica situazione in corso a Gaza, denunciando la spirale di violenza e il crescente numero di vittime civili.
«Adesso basta! Basta distruzione, basta morte, basta violenza» scrive, chiedendo che si alzi la voce contro «l’ineluttabile cammino verso la distruzione e il massacro di innocenti», con riferimento esplicito a quanto sta accadendo nella Striscia di Gaza. Un grido che, secondo don Carraro, deve essere condiviso e amplificato da tutti: credenti e non credenti, uomini e donne di buona volontà, persone di ogni età ed estrazione.
Il messaggio si unisce a numerose altre prese di posizione recenti, da quella del Papa che ha chiesto «pace» con i giovani riuniti in piazza San Pietro per il Giubileo, fino alle parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha parlato della situazione a Gaza come «drammaticamente grave e intollerabile», denunciando come «disumano ridurre alla fame un’intera popolazione, dai bambini agli anziani».
Carraro fa riferimento anche a una petizione lanciata da docenti dell’Università di Padova e da altri esponenti del mondo accademico e sanitario, pubblicata sulla rivista The Lancet, per chiedere un cessate il fuoco e denunciare la gravissima crisi alimentare in corso. Un appello che, scrive, ha firmato personalmente anche come rappresentante di Cuamm, richiamando i dati allarmanti su un’aspettativa di vita che nel 2024 risulterebbe diminuita di oltre trent’anni.
«È un dovere fare rumore», sottolinea Carraro, anche quando i conflitti sembrano lontani dai luoghi in cui si opera direttamente.
Nelle sue parole, la denuncia dell’orrore non esclude la condanna per gli attentati del 7 ottobre e ogni forma di terrorismo. Ma, dopo tanti mesi di violenza, a prevalere è l’invocazione al rispetto per la vita, alla fine delle ostilità, alla protezione dei civili.
Infine, Carraro ricorda l’impegno quotidiano di Cuamm per l’Africa e per lo sviluppo umano, in una prospettiva che cerca «sentieri di dialogo, di ascolto dell’altro, di accoglienza reciproca e di rispetto». Un impegno che sarà testimoniato anche in occasione dell’annuale incontro del Cuamm, previsto il 22 novembre a Padova. Un momento di riflessione e confronto che, conclude, vuole offrire «percorsi di futuro» basati sulla comprensione e sulla pace, oltre ogni appartenenza politica o ideologica.
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